La risposta al terrore della Francia è la laicità. Almeno così sembra,
visto che «una giornata della laicità verrà celebrata ogni 9 dicembre,
nelle scuole di Francia», come ha annunciato trionfalmente il ministro
francese dell'Istruzione,
Najat-Vallaud Belkacem, presentando nei giorni scorso a Parigi
le nuove misure del governo socialista per «rafforzare i valori della Repubblica»
e della laicità nella scuola, a due settimane dalle stragi di Parigi. La
data scelta è in riferimento al 9 dicembre 1905, giorno in cui venne adottata
la legge francese sulla separazione tra Stato e Chiesa. A Parigi, la Belkacem
ha anche annunciato che una «Carta della laicità verrà firmata» all'inizio
di ogni anno scolastico. Testo che ha ha già suscitato in passato accese
polemiche, portando al rinvio del provvedimento. Che ora dovrebbe essere
riproposto. «La trasmissione della conoscenza è il miglior modo per combattere
l'oscurantismo», ha sottolineato il ministro, annunciando la creazione
di un «percorso educativo civico» dalle elementari al liceo. E ancora:
«La scuola non tollera di rimettere in discussione i valori della Repubblica».
Il ministro Belkacem ha quindi deplorato «la disinformazione», le «teorie
del complotto», il «sospetto generalizzato», veicolati ai giovani dai «social
network», come anche il «ripiegamento identitario» di chi volta le spalle
ai grandi valori della nazione. Nella lotta alla radicalizzazione dei giovani
islamici e al terrorismo, «la scuola non può fare tutto, ma è un elemento
essenziale», ha precisato il premier Manuel Valls al termine di un vertice
interministeriale in cui si è discusso il provvedimento. «La laicità deve
imporsi dappertutto, perché permette la fraternità e permette a ciascuno
di vivere insieme», ha aggiunto il primo ministro Valls, sottolineando
che «la scuola deve fabbricare l'uguaglianza per tutti, bisogna lanciare
la sua rifondazione».