sabato 2 gennaio 2016
​Padre Pizzaballa: siamo in attesa di un contatto. Il francescano è scomparso il 23 dicembre mentre ritornava in taxi dalla Turchia.
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​“Siamo in attesa di un contatto, che si facciano vivi”: così il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, fa il punto sul rapimento di padre Dhiya Azziz, francescano di origini irachene, parroco di Yacoubieh (in Siria), del quale non si hanno più notizie dalla mattina del 23 dicembre scorso, giorno del suo ultimo contatto telefonico. Padre Dhiya era in viaggio con un taxi con altre persone a bordo. Era partito da Lattakia e diretto verso Yacoubieh, passando probabilmente per Hama, per essere in parrocchia per le festività natalizie. Era di ritorno dalla Turchia, dove era andato a visitare la sua famiglia che lì si è rifugiata dopo l’ingresso di Daesh (Isis) a Karakosh (Iraq), suo paese natale. “Una situazione che, pur inducendo al pessimismo, non deve farci perdere la speranza per un esito positivo della vicenda”, afferma il custode, che conferma gli sforzi per “cercare di contattare le fazioni in campo per verificare se qualcuno possa dare informazioni utili sul confratello”. Il caos in cui versa la Siria oggi “non aiuta”. “La zona in cui padre Azziz è stato prelevato – spiega Pizzaballa – è al confine tra territori controllati da esercito regolare e altri in mano a milizie ribelli. Difficile capire chi possa averlo preso”. Padre Azziz era stato oggetto di un sequestro lampo a luglio dello scorso anno conclusosi con un esito positivo. “La speranza – dice il custode – è che possa avvenire lo stesso anche questa volta. Preghiamo perché accada”.
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