giovedì 27 giugno 2013
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Pochi minuti dopo la sentenza è arrivata la reazione dei vescovi americani. È «una giornata tragica per il matrimonio e per la nazione». Ieri il cardinale di New York e presidente della Conferenza episcopale americana, Timothy Dolan, assieme all’arcivescovo di San Francisco e capo della sottocommissione per la promozione e difesa del matrimonio, Salvatore Cordileone, ha reagito duramente alle sentenze della Corte costituzionale Usa riguardo ai matrimoni omosessuali. «La Corte suprema ha inflitto una profonda ingiustizia agli americani revocando in parte l’Atto federale di difesa del matrimonio», ha infatti dichiarato la Conferenza episcopale mettendo bene in chiaro che «la Corte ha commesso un errore». Il governo federale «deve rispettare la verità che il matrimonio è l’unione di un uomo e una donna, anche quando gli Stati non la rispettano», perché sia il «bene di tutti, specialmente dei bambini» che il «benessere della nostra società» dipendono dalla verità del matrimonio, ha spiegato il cardinale, definendo inoltre «deplorevole» il fatto che il massimo organo giudiziario del Paese «non abbia colto l’opportunità per sostenere la Proposizione 8 della California, scegliendo invece di non esprimersi sulla questione».Il presidente dei vescovi americani, nel corso degli ultimi mesi, aveva ribadito un forte messaggio a favore delle nozze eterosessuali – e allo stesso tempo mettendo in chiaro che tale «difesa del matrimonio non si riduce a un attacco verso le persone gay» – scontrandosi apertamente con il presidente Usa Barack Obama sulla questione. «Nella nostra cultura si nota una tendenza a neutralizzare la religione», ha infatti dichiarato il cardinale mettendo in guardia contro le misure, come la «liberalizzazione» del matrimonio, che potrebbero «accelerare un confronto nazionale tra la Chiesa e lo Stato di enormi proporzioni». In attesa delle decisioni della Corte suprema sulla questione delle nozze gay, la Conferenza episcopale aveva lanciato per il secondo anno consecutivo due settimane di eventi – che si concluderanno il prossimo 4 luglio – e fatto appello ai cattolici americani perché pregassero e digiunassero per cercare di arginare ciò che è stato definito il «Roe contro Wade del matrimonio», con riferimento al caso che ha reso legale l’aborto in America.Ma il cardinale Dolan non si arrende. E ieri ha chiesto «con rinnovata determinazione» che tutti i leader e i cittadini americani «si mobilitino insieme e con fermezza per promuovere e difendere l’unico significato del matrimonio: un uomo, una donna, per tutta la vita».
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