giovedì 14 giugno 2018
Da quando la nona epidemia è stata dichiarata l’8 maggio nella località di Bikoro, sono almeno 27 i morti e 62 i casi di contagio confermati o sospetti
Un operatore sanitario effettua una vaccinazione sperimentale contro ebola a Mbandaka (Ansa)

Un operatore sanitario effettua una vaccinazione sperimentale contro ebola a Mbandaka (Ansa)

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L’ebola continua a fare paura. Il virus è tornato a colpire nella zona nordoccidentale della Repubblica democratica del Congo: nonostante gli sforzi per contenere la crisi, le autorità hanno infatti rilevato un altro caso di contagio. «Un paziente della comunità rurale di Iboko è risultato positivo alla febbre emorragica – riferiva nei giorni scorsi una nota del ministero della Salute congolese –. Il malato era una persona entrata in contatto con una vittima morta di ebola il 20 maggio». Da quando la nona epidemia in Congo è stata dichiarata l’8 maggio nella località di Bikoro, sono almeno 27 i morti e 62 i casi di contagio confermati o sospetti.

A differenza della crisi che colpì nel 2013-16 l’Africa occidentale causando oltre 11.300 morti, questa volta l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si è mossa più velocemente. Per la prima volta, infatti, le agenzie governative e umanitarie stanno effettuando delle vaccinazioni con l’obiettivo di contenere l’espansione della malattia. Al momento i potenziali malati ricevono l’rVsv-Zebov, un vaccino ancora sperimentale prodotto inizialmente in Canada e ora di proprietà della Merck&Co., una società americana. Ma sul territorio sono presenti anche altri farmaci pronti per essere utilizzati come Zmapp, GS-5734, Regn-EB3, e mAb114.

«Oltre 1.800 operatori sanitari e civili hanno ricevuto un vaccino sperimentale provato verso la fine della crisi precedente in Sierra Leone, Guinea e Liberia – ha confermato l’Oms –. Siamo cauti e allo stesso tempo ottimisti riguardo al controllo della situazione». L’ultimo caso di contagio era stato rilevato il 30 maggio, sempre a Iboko. Il ministero della Salute ha però aggiunto che gli operatori stanno valutando altri cinque casi sospetti». Due di essi sono a Mbandaka, una città di circa 1,5 milioni di abitanti e un punto sensibile per il rischio di propagazione della malattia.

«Stiamo lavorando a un piano antiebola per i nove Stati vicini alla Repubblica democratica del Congo – ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus, capo dell’Oms –. L’obiettivo è fare muro nel caso in cui il virus riuscisse a superare i confini congolesi». I finanziamenti per tale programma strategico regionale sono di oltre 15 milioni di dollari per i prossimi nove mesi. Il piano dell’Oms offre «un pacchetto standard di misure da mettere in campo nel momento in cui si dovesse verificare il primo caso di contagio». Per dichiarare l’epidemia finita, bisognerà almeno far passare i 21 giorni di incubazione del virus nell’essere umano.

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