venerdì 13 gennaio 2023
Il dato giornaliero emerge da uno studio britannico secondo il quale i morti potrebbero balzare a 1,7 milioni per la fine di aprile. Il regime offre dati ben inferiori, con 900 milioni di contagiati
Pazienti in attesa al pronto soccorso di un ospedale di Shanghai

Pazienti in attesa al pronto soccorso di un ospedale di Shanghai - Reuters

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Oggi la Cina potrebbe segnare un altro triste record: secondo alcune stime infatti, i casi odierni di contagio da Coronavirus in Cina potrebbero toccare oggi un picco di 3,7 milioni quotidiani, e dieci giorni più tardi il numero dei decessi quotidiani potrebbe salire a 25mila, stando ad una previsione realizzata dai ricercatori della società di analisi di dati sanitari con sede a Londra Airfinity analytics. Stando alle previsioni, per quella data i morti per Covid-19 da inizio dicembre potrebbero salire a oltre mezzo milione, un bilancio che potrebbe ulteriormente aggravarsi toccando 1,7 milioni per la fine di aprile. Stando a diverse stime, nelle prime tre settimane di dicembre 248 milioni di persone (pari al 18% della popolazione) avrebbero contratto il virus nel paese, che il 7 dicembre ha rinunciato alla sua politica 'Zero Covid'.

L'ondata di contagi dovrebbe protrarsi fino a marzo o aprile anche se le previsioni, in assenza di dati chiari, sono difficili. Airfinity prevede un picco per inizio marzo con 4,2 milioni di contagi quotidiani, e un particolare impatto sulle zone rurali. Gli esperti temono una diffusione particolarmente forte nelle città più piccole e nelle zone rurali in vista del Capodanno cinese, il 22 gennaio, in occasione del quale sono previsti spostamenti di milioni di persone, che attraverseranno il paese per raggiungere le famiglie in altre aree. Ben diversi i dati che il regime lascia trapelare. Circa 900 milioni di persone in Cina sono state contagiate dal coronavirus fino all'11 gennaio, secondo uno studio dell'Università di Pechino citato dalla “Bbc”. Il rapporto stima che il 64% della popolazione del Paese abbia contratto il Covid. La più colpita è provincia di Gansu, dove il 91% delle persone risulta essere infetto, seguita da Yunnan (84%) e Qinghai (80%). E la situazione potrebbe peggiorare perché centinaia di milioni di cinesi stanno per viaggiare verso le loro città d'origine - molti per la prima volta dall'inizio della pandemia - in vista del capodanno lunare del 23 gennaio.

Kraken ora fa paura al mondo

La variante XBB.1.5, battezzata Kraken sui social, “sulla base delle sue caratteristiche genetiche e delle stime iniziali del tasso di crescita, può contribuire all’aumento dell’incidenza di casi” Covid “a livello globale”. E’ il primo esito della valutazione rapida del rischio associato a questo mutante di Sars-CoV-2, affrontata dagli esperti del gruppo consultivo tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sull'evoluzione del virus (Tag-Ve). Il pool si è riunito il 5 gennaio scorso per discutere le ultime evidenze su XBB.1.5 e valutare il rischio per la salute pubblica da questa variante, sottolignaggio di XBB, che è un ricombinante di due sottovarianti di Omicron 2. Dal 22 ottobre 2022 all’11 gennaio 2023 - riferisce l’Oms - sono state segnalate 5.288 sequenze di XBB.1.5 da 38 Paesi. La maggior parte di queste sequenze proviene dagli Stati Uniti (82,2%), seguiti a distanza dal Regno Unito (8,1%) e dalla Danimarca (2,2%). E quindi ad oggi, precisano gli esperti, “la fiducia complessiva nella valutazione”, la sua affidabilità, “è bassa poiché le stime del vantaggio di crescita provengono solo da un Paese, gli Usa” per l’appunto. L’Oms e gli esperti del Tag-Ve raccomandano agli Stati membri di dare la priorità ad alcuni studi “per affrontare meglio le incertezze relative al vantaggio di crescita” di Kraken, alla capacità di “fuga dagli anticorpi” e alla “gravità“. La valutazione del rischio, spiega l’Oms in una nota, “sarà rivista regolarmente, man mano che vi saranno ulteriori evidenze e dati aggiuntivi”. Gli esperti riepilogano le informazioni disponibili sulla variante Kraken e spiegano che “il vantaggio di crescita settimanale negli Usa, a livello nazionale ma con differenze regionali riportate, vede un aumento delle proporzioni dall’1% nella settimana 47 all’8% nella settimana 50 e un rapido incremento nella parte Nord-Est degli Usa”. Quanto alla fuga dagli anticorpi (affidabilità della valutazione moderata), il gruppo tecnico consultivo indica che XBB e i suoi discendenti, insieme alla famiglia BQ.1 e suoi sottolignaggi, “sono fino ad oggi le varianti più resistenti agli anticorpi”. Dai test di neutralizzazione condotti finora, XBB.1.5 ha dimostrato di essere altrettanto immunoevasiva rispetto a XBB.1, la sottovariante Omicron con la più alta fuga immunitaria” ad oggi nota. Secondo questi dati, i sieri di persone vaccinate con tre dosi del prodotto cinese Coronavac che si sono poi infettate con le varianti Omicron BA.1, BA.5 o BF.7, e i sieri di vaccinati con 3 o 4 dosi di vaccino a mRna poi contagiati da Omicron 5 (BA.5), non inducono titoli di neutralizzazione elevati contro Kraken. “Attualmente non ci sono dati dal mondo reale sull’efficacia vaccinale contro malattie gravi o morte”, aggiungono gli esperti.

Il termometro dell'economia non mente

Riferimento fondamentale per circoscrivere la portata del fenomeno resta comunque sempre l'economia. E i dati non sembrano confortanti. Le esportazioni cinesi a dicembre sono scese al ritmo più veloce dal 2020, secondo i dati ufficiali pubblicati oggi, a causa di un calo della domanda globale e dopo che le restrizioni sanitarie hanno colpito duramente l'economia. La seconda economia mondiale sta ancora risentendo degli effetti di anni di politica dello zero-Covid, che ha colpito le imprese e le catene di approvvigionamento e ha frenato i consumi. All'inizio del mese scorso, la Cina ha iniziato a revocare la maggior parte delle misure di rigore, ma da allora il Paese ha registrato un'impennata delle infezioni da Covid-19. Le esportazioni sono diminuite del 9,9% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 30,6 miliardi di dollari, secondo mese consecutivo di declino e il piu' grande calo dai primi giorni della pandemia nel 2020. A novembre il calo era stato dell'8,7%. Anche le importazioni sono diminuite di nuovo a dicembre, con un calo del 7,5%, dopo il calo del 10,6% del mese precedente. Sia le importazioni che le esportazioni sono calate molto di piu' di quanto previsto da un sondaggio condotto da “Bloomberg” tra gli economisti. Per tutto il 2022, le esportazioni del gigante asiatico sono aumentate del 7,0%, in netto rallentamento rispetto al balzo del 29,9% registrato l'anno precedente, mentre le importazioni sono aumentate dell'1,1%, ben al di sotto dell'aumento del 30,1% registrato nel 2021.

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