Le manifestazioni in Algeria (Ansa)
Non ci sarà un quinto mandato e non è mai stato in discussione per me”. Con queste parole, affidate all'agenzia di stampa ufficiale Aps, il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika ha comunicato il ritiro della propria candidatura dalle elezioni del 18 aprile, osteggiate dalla popolazione con determinazione crescente.
Un'ondata di manifestazioni inedita, come non si vedeva in Algeria dagli anni '80, iniziata a fine febbraio. Rientrato dalla Svizzera al termine dell'ennesimo periodo di degenza per cure ospedaliere, l'anziano e malandato Bouteflika – o più probabilmente il suo entourage - ha dovuto capitolare di fronte all'instabilità politica generata dalla sua quinta candidatura.
“La mia situazione, la mia età mi permettono soltanto di compiere il mio ultimo dovere” verso la nascita “di una nuova Repubblica”, ha spiegato l'82 enne Bouteflika nel suo messaggio alla nazione, promettendo un rimpasto di governo, la nascita di una struttura di leadership per la transizione costituzionale (una “conferenza nazionale inclusiva”) e il rinvio dell'appuntamento elettorale: “La conferenza nazionale indipendente fisserà sovranamente la data dell’elezione ed emanerà” anche un “progetto di Costituzione” che “sarà sottoposto a un referendum popolare” entro la fine dell'anno, si legge nell'annuncio presidenziale.
Poi, a ruota, le dimissioni del premier Ahmed Ouyahia e la nomina di Noureddine Bedoui al suo posto, con il diplomatico di lungo corso Ramtane Lamamra vice premier.
Bouteflika ha lasciato intendere che resterà in carica fino a prossime elezioni.
Dopo l'annuncio, migliaia di persone in tutto il Paese sono scese nuovamente in strada, questa volta per festeggiare la svolta politica dopo tre settimane di proteste.