venerdì 7 giugno 2024
In meno di un anno l'impresa sociale "utopica" creata da Andrea Boccanera ha dato occupazione a 25 giovani, di cui 20 con disabilità, con il sostegno di centinaia di genitori, istituzioni e diocesi
Alcuni ragazzi di "Utopia" ai fornelli

Alcuni ragazzi di "Utopia" ai fornelli

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Immaginatevi di essere al bancone di un bar a sorseggiare un delizioso caffè preparato da Virginia, una ragazza non vedente che ha imparato a memoria i tasti della macchinetta e per raccogliere gli ordini calcola le distanze seguendo la voce dei clienti. Ora provate a chiudere gli occhi e lasciatevi trasportare dal suono della batteria di Francesco, un ragazzo autistico. Vi trovate in un ristorante dove a servire ai tavoli e preparare in cucina ci sono solo ragazzi totalmente inabili al lavoro, coordinati da ex compagni di scuola. Utopia? Avete indovinato.

Già perché “Utopia” è proprio il nome del progetto di Impresa sociale nato meno di un anno fa nelle Marche. Si tratta di una nuova istituzione giuridica disciplinata dalla legge che ha riformato il Terzo settore e che consente alle persone svantaggiate di poter lavorare insieme ai normodotati. Secondo gli esperti l’esperimento sarebbe fallito in pochi mesi e invece, a distanza di un anno, “Utopia” è diventata la più grande Impresa sociale della regione. Gran parte del merito va ad Andrea Boccanera, presidente di “Gulliver” odv di Pesaro. «In Italia esistono molti luoghi che impiegano ragazzi disabili ma si tratta in prevalenza di cooperative sociali – spiega Boccanera - il nostro progetto invece non vuole includere nessuno perché includere vuol dire riconoscere una diversità. Vogliamo costruire un modello di lavoro che possa essere vincente. Punto e basta».

Tutto prende il via il 4 dicembre 2022 quando la Federazione internazionale di pasticceria viene ricevuta in udienza da Papa Francesco, insieme agli studenti che hanno partecipato al campionato per “ragazzi speciali”. Suona come un auspicio quello scambio di battute tra Gabriel Pieri, studente dell’Istituto alberghiero S. Marta di Pesaro, e il Papa: «Quando servi un piatto alla gente ricordati sempre di farlo con un sorriso». «Lo farò – gli risponde Gabriel – perché il sorriso ravviva la vita». Così nell’estate del 2023 viene inaugurato il primo “Festival dell’Utopia” organizzato all’interno del grande cortile in riva al mare dell’Istituto alberghiero guidato dal Dirigente scolastico Roberto Franca. Per due mesi ogni sera vengono serviti piatti realizzati dagli studenti speciali di Pesaro.
«Alla fine siamo arrivati a ospitare ben 500 persone a serata, realizzando l’auspicio del Papa», dice Alex Bernacchia presidente di “Utopia”, che nella vita di tutti i giorni gestisce un’impresa edile. «È stato il passaparola il motore che ha dato un grande impulso al progetto e così al termine della nostra prima esperienza estiva eravamo già pronti per un salto di qualità».

Andrea Boccanera con il sociologo Mauro Magatti dell’Università Cattolica di Milano, scrivono il “Progetto di generatività sociale”. Un documento di oltre venti pagine ispirato all’opera di don Adriano Vincenzi, il prete di Verona già animatore dei Festival della Dottrina Sociale della Chiesa. A sostenere il progetto intervengono la Fondazione Cattolica di Verona, la Prosolidar di Roma e Intesa San Paolo di Milano. Anche l’arcivescovo di Pesaro e Urbino, Sandro Salvucci, organizza una raccolta fondi presso la parrocchia di Loreto, coinvolgendo il neonato Ufficio di pastorale per le persone con disabilità.

Di lì a poco arriva l’offerta del Comune di Pesaro di prendere in gestione la struttura ormai dismessa all’interno del parco Miralfiore e trasformarla in trattoria sociale. Il grande polmone verde della città in pochi mesi rinasce, cambiando volto a quell’area fino ad allora considerata una piazza di spaccio. Qui ora dalle sette del mattino fino a tarda sera si servono colazioni, pranzi e cene. Ma c’è di più. “Utopia” diventa il punto di riferimento anche per i ragazzi con problemi di microcriminalità che vengono indirizzati dal Dipartimento per la giustizia minorile. Il carcere di Fossombrone (PU) decide di inserire qui persino un ergastolano.

"Tra tirocinanti, borsisti e dipendenti qui lavorano insieme oltre 25 persone di cui 20 con problemi di disabilità varia, considerati del tutto inabili al lavoro, mentre sono quasi 200 le famiglie socie - spiega Boccanera - abbiamo dimostrato che se credi in questi ragazzi, loro sono in grado di svolgere qualsiasi lavoro. Qui c’è chi prepara le crostate, chi la pasta fresca e chi cucina ma finora nessuno li aveva mai considerati. Tutti concorrono a dare il proprio contributo – prosegue – io ad esempio mi occupo della pulizia dei locali mentre altri genitori, nonni e parenti si occupano della spesa o del lavaggio delle stoviglie».

C’è anche chi offre il proprio servizio ricoprendo incarichi istituzionali come Giorgia Gili, tesoriere di “Utopia”. «Nella vita sono un’insegnante – spiega - ma gran parte del tempo libero ora lo passo con mio marito Marco e mio figlio Pietro che ha la sindrome di Down e che qui ha trovato un luogo unico dove esprimere tutte le sue potenzialità. Mentre prima al centro diurno si sentiva inutile ora è cambiato tutto perché si sente coinvolto».

L’attività però non si ferma a questo: di recente la famiglia Pantanelli ha dato in gestione a “Utopia” il proprio storico vivaio, che ora rifiorirà con il nome di “Panta rei” grazie alla collaborazione con Riccardo Rossini, Dirigente scolastico dell’Istituto agrario Cecchi di Pesaro. Inoltre la Regione Marche ha avviato un bando per il recupero e la trasformazione dell’ex ostello di Fosso Sejore. «Abbiamo presentato un progetto per realizzare una struttura polivalente - spiega il presidente Bernacchia - dove al piano inferiore troverà spazio una pizzeria, un laboratorio per la pasta fresca e un ristorante. Ci sarà anche un luogo in cui realizzeremo oggetti creati dai ragazzi. Il piano superiore verrà destinato a struttura alberghiera vera e propria». Resta ancora un sogno da realizzare: uno stabilimento balneare. «Perché ora che abbiamo imparato a trasformare la realtà in “Utopia”, non ci vogliamo fermare più».

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