giovedì 4 aprile 2019
È la principale novità introdotta dalla direttiva approvata dal Parlamento europeo, che regolamenta anche congedi parentali e di assistenza. Tre anni agli Stati per recepirla
L'Europa allunga a 10 giorni il congedo di paternità
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Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la direttiva che introduce dieci giorni lavorativi di congedo di paternità obbligatorio (in Italia dal 2019 sono 5 giorni) e due mesi di congedo parentale retribuiti come requisito minimo in tutti gli Stati membri. L'obiettivo è facilitare la conciliazione tra lavoro e famiglia e rafforzare il ruolo del padre. Il provvedimento è stato approvato con 490 voti a favore, 82 contrari e 48 astensioni. Gli Stati membri hanno tre anni di tempo per recepire nelle proprie leggi la direttiva europea.

Ecco le principali novità introdotte dall'Europarlamento, che riguardano anche i congedi per l'assistenza dei familiari. Si tratta sempre dei requisiti minimi richiesti agli Stati, che potranno

Congedo di paternità, parentale e di assistenza

Il padre avrà diritto ad almeno 10 giorni lavorativi di congedo di paternità retribuito nei giorni vicini alla nascita. Tale congedo dovrà essere pagato a un livello non inferiore all'indennità di malattia. Attualmente in Italia la durata del congedo obbligatorio per il padre è di 5 giorni, più un giorno facoltativo previo accordo con la madre e in sua sostituzione.

I deputati hanno aggiunto due mesi di congedo parentale non trasferibile e retribuito. Questo congedo sarà un diritto individuale, in modo da creare le condizioni adeguate per una distribuzione più equilibrata delle responsabilità.

Gli Stati membri fisseranno un livello adeguato di retribuzione, o indennità, per il periodo minimo non trasferibile di congedo parentale, tenendo conto del fatto che questo spesso comporta una perdita di reddito per la famiglia e che invece anche il familiare più retribuito (spesso un uomo) dovrebbe potersi avvalere di tale diritto.

Gli Stati membri devono offrire 5 giorni all'anno di congedo per i lavoratori che prestano assistenza personale a un parente o a una persona che vive nella stessa famiglia a causa di un grave motivo medico o infermità connesse all'età.

Lavoro flessibile

I genitori e i prestatori di assistenza che lavorano potranno richiedere modalità di lavoro adattabili, ove possibile, ricorrendo al lavoro a distanza o a orari flessibili per poter svolgere le loro mansioni. Nell'esaminare tali richieste, i datori di lavoro potranno tener conto non solo delle proprie risorse, ma anche delle esigenze specifiche di un genitore di figli con disabilità, o una malattia di lunga durata, e dei genitori soli.

«Una migliore divisione delle responsabilità»

Il relatore David Casa (PPE, MT) ha dichiarato: «Questa direttiva vuole realizzare una maggiore parità di genere e una migliore divisione delle responsabilità. Le donne hanno sofferto a causa della mancanza di parità, che ha portato a differenze di retribuzione e a un divario pensionistico. Ora saranno sostenute per entrare nel mercato del lavoro e raggiungere il loro pieno potenziale, mentre i padri avranno un ruolo più importante nell'educazione dei loro figli. Questa direttiva va anche a vantaggio dei familiari che si occupano di una generazione più anziana. È positiva per gli uomini, le donne, le famiglie e l'economia».

Tre anni di tempo per adeguare le legislazioni

La direttiva, approvata con 490 voti a favore, 82 contrari e 48 astensioni, entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE. Gli Stati membri dovranno conformarsi alle norme entro tre anni.

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