Un momento della tavola rotonda al Convegno nazionale Ucid
Banche e imprese sono chiamate oggi più che mai a collaborare per far crescere il Paese. In un momento storico in cui gli effetti della ripresa sembrano perdere slancio a livello mondiale, dagli imprenditori e dirigenti cattolici dell’Ucid, che ieri a Bologna si sono riuniti per affrontare il tema del «Credito allo sviluppo, scelte responsabili ed economie civili», è arrivato un appello a serrare i ranghi in nome del bene comune. Solo se i due principali attori del 'sistema' economico nazionale lavoreranno fianco a fianco, vale a dire il tessuto imprenditoriale e quello della finanza, si possono ottenere i risultati sperati. Un invito a mettere al primo posto la persona e la dignità del lavoro, soprattutto per i giovani è arrivato dall’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi: «Servono lavoro, stabilità, dignità. Non elemosine e opportunismi di breve durata. La crisi economica impone di rimettere al centro senza incertezza e compromessi la persona che non è mai solo manodopera ». Il presidente dell’Ucid Riccardo Ghidellaha messo l’accento sulla necessità «di dare speranza e fiducia soprattutto ai giovani» e di un «nuovo patto sociale» che punti a coniugare accesso al credito e investimenti per rilanciare la capacità produttiva e di innovazione delle imprese. «L’Ucid – ha sottolineato Ghidella – è un corpo intermedio e come tale svolge un ruolo sussidiario nella identificazione e declinazione di valori condivisi». Ad analizzare nel concreto, alla luce delle nuove norme europee, il delicato rapporto tra lo stato di salute delle banche e quello dell’economia del Paese il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Fabio Panetta. Due i pilastri su cui si deve basare lo sviluppo: la crescita economica e la stabilità finanziaria. Su questo fronte Panetta ha ricordato i passi avanti fatti in Italia e sottolineato i rischi legati alle norme del bail-in (il sistema europeo che addossa i costi delle crisi ai creditori delle banche sulla base di una gerarchia predefinita). «La loro applicazione rischia di minare la fiducia nelle banche e generare instabilità. Non è un caso che le autorità in più Paesi ten- dano a evitare di applicare tale strumento, sinora utilizzato sporadicamente», ha detto Panetta, auspicando che si porti a compimento l’Unione bancaria europea «attivando con rapidità un solido sostegno (backstop) per il fondo di risoluzione unico e una assicurazione comune dei depositi» e al tempo stesso che si riducano i rischi legati a strumenti finanziari 'opachi' ancora dell’ordine di 6mila miliardi in Europa. A proposito di istituti bancari in crisi, Antonio Pautelli, presidente dell’Abi, a margine del convegno ha auspicato per Carige «un risanamento senza bisogno dell’intervento dello Stato, ma solo con i 320 milioni di obbligazioni subordinate sottoscritte dal fondo interbancario di tutela dei depositi ». Nel suo intervento Patuelli ha rivolto un appello alla politica affinché il 2019 sia un anno anno con meno polemiche e più incentivi allo sviluppo. «A me e alle banche interessano le soluzioni. La richiesta dell’Abi è di incentivi alle imprese sane e trasparenti, in regola con le tasse, incentivi alle famiglie che vogliono comprare case e il rifinanziamento del fondo per i giovani per la prima casa». Rolando Medeiros, presidente mondiale dell’Uniapac ha invece analizzato le tre sfide su cui si deve basa la 'vocazione di un imprenditore' vale a dire il suo sforzo di moltiplicare e rendere accessibili a tutti i beni di questo mondo. «Si tratta di tre 'B': la buona merce, vale a dire la fabbricazione di beni che sono veramente buoni e servizi che servono davvero – ha spiegato Medeiros – il buon lavoro, vale un’organizzazione del lavoro che consenta ai dipendenti di sviluppare doni e talenti, e infine la buona ricchezza per creare ricchezza sostenibile e distribuirla giustamente ». Un concetto simile, nell’ambito della tavola rotonda coordinata dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio che ha sottolineato l’importanza «del messaggio di speranza lanciato dall’Ucid in un momento di grande smarrimento » legato alla situazione economica, è stato ripreso dall’economista Stefano Zamagni. In particolare Zamagni ha evidenziato la necessità per il mondo delle imprese di passare «dalla responsabilità sociale », definita 'in negativo' come impegno a non inquinare e a non sfruttare, alla «responsabilità civile» che si costruisce assumendosi impegni concreti. Anna Maria Tarantola della Fondazione Centesimus Annus ha messo l’accento sulle opportunità per il sistema bancario legate all’innovazione, il cosiddetto Fintech. La Santa Messa conclusiva è stata celebrata dal cardinale Salvatore De Giorgi, consulente ecclesiastico Ucid.