lunedì 6 gennaio 2014
Il tasso di occupazione dell'industria turistica italiana (+1,9%) si lascia alle spalle il 2013 con un dato di sostanziale tenuta soprattutto per merito della "volata" iniziata l'estate scorsa.
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L'industria turistica italiana si lascia alle spalle il 2013 con un dato di sostanziale tenuta, grazie alla "volata" iniziata l'estate scorsa: +1,9% rispetto al 2012 il tasso di occupazione nelle strutture ricettive, pari al 42,5% delle disponibilità. Come mostra l'Osservatorio nazionale del turismo di Unioncamere e Isnart, è solo dal secondo semestre dell'anno che, grazie alle vendite estive, i dati sul comparto turistico volgono al positivo. Le strutture del ricettivo complementare mostrano, infatti, solo dall'estate questa tendenza, dopo un primo semestre di perdite nette, tanto che il saldo di fine anno del comparto è identico al 2012 (36,6%). In particolare, saldi negativi di fine anno per i villaggi turistici che raggiungono appena il 37,7% di occupazione media (-6,9%), i rifugi (21,1% in media, -5,4%) ma anche gli ostelli (40,8%, -2,6%) e gli agriturismi (29,3%, -2,4%). Nel comparto alberghiero, invece, la variazione rispetto al 2012 indica anche nel primo semestre o una stabilità o una lievissima crescita, ma il saldo annuale, pari al 47,5%, mostra un recupero rispetto all'anno precedente del +3,5%. Le categorie superiori registrano tassi medi annui di vendita anche più alti: nei 5 stelle il 58,3% (+2,5%), nei 4 stelle 54,9% (+4,6%)."Come confermano anche le previsioni occupazionali, i dati di consuntivo del 2013 dell'industria turistica italiana mostrano che si è avviato, soprattutto nella seconda metà dell'anno, un processo di recupero che di sicuro fa ben sperare per il futuro", sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. "Tuttavia, i margini di miglioramento sono ancora molto elevati. Occorre quindi moltiplicare gli sforzi e mettere in campo politiche di sviluppo e innovazione che contribuiscano fattivamente al rilancio di uno dei settori cardine della nostra economia".Fine anno con segnali di ripresa nel nord est del Paese, dove, con un tasso medio del 45,6%, si registra un +3,4% sul 2012, mentre nel nord ovest il saldo si attesta al 40,4% (-0,6%). Nel centro Italia il saldo annuale è pari al 43% di occupazione camere (+1,6%) mentre al sud e isole si ferma al 39,1% (+1,8%). Si distinguono nel 2013 le performance di occupazione delle strutture ricettive nelle città di interesse storico artistico (50,4%), in crescita del +4,3%, e le destinazioni lacuali (45,2%) sebbene in calo sull'anno precedente (-2,1%). Il comparto ricettivo del balneare chiude l'anno con un tasso medio del 41,7% leggermente al di sotto della media nazionale ma in crescita del +1,9% rispetto al 2012.Nelle località termali le imprese registrano un'occupazione media del 38,9% (-1,4%), in montagna (+0,6%) ed in campagna (+2,1%) le strutture ricettive chiudono l'anno con un saldo del 36,9%. A favorire le performance del comparto alberghiero, anche l'attenta gestione delle tariffe, in aumento rispetto al 2012 (+3,9%), ma ancora al di sotto dei prezzi applicati nel 2008 (-2,1%).
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