Un giovane su cinque attratto dai mestieri tecnico-pratici - Gruppo Florence
Anche se il 2022 ha registrato un andamento positivo dell'occupazione, domanda e offerta faticano a incontrarsi. Mentre formazione e istruzione sono completamente slegate dalle esigenze produttive delle aziende. La conferma arriva dal XXIV Rapporto del Cnel Mercato del lavoro e contrattazione collettiva. Nei primi nove mesi dell'anno, su quasi 420mila nuove assunzioni mediamente previste, 170mila (40,3%) risultano di difficile reperimento. Nello stesso periodo del 2019, erano il 28,2%. Le più gravi criticità relative all'incontro fra domanda e offerta si manifesteranno per le professioni tecniche legate alla transizione digitale e nei settori della sanità e dei servizi sociali. Insomma, sui settori del futuro siamo molto indietro. Si stima che tra il 2022 e il
2026 il mercato del lavoro italiano potrà avere bisogno di 4,1-4,6 milioni di occupati. Oltre il 60% del fabbisogno riguarderà il possesso di competenze "verdi" in chiave di sostenibilità e le maggiori criticità si manifesteranno in un ventaglio di professionalità caratterizzate da un elevato grado di difficoltà di reperimento: medici, infermieri, fisioterapisti, professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, che saranno essenziali per la riorganizzazione e implementazione della rete di assistenza sanitaria territoriale, tra gli obiettivi del Pnrr. Difficoltà simile anche per professioni cruciali per gli avanzamenti nei processi di innovazione tecnologica e transizione digitale: specialisti in scienze matematiche e informatiche, tecnici Ict, ingegneri e tecnici in campo ingegneristico. Se non aumenterà l'offerta, avverte il Cnel, «cresceranno le criticità di reperimento nel mercato del lavoro e si potranno verificare rallentamenti nell'implementazione del Pnrr». Secondo l'analisi Cnel, il mercato del lavoro sta mostrando una sostanziale tenuta, con il numero di occupati sopra i 23 milioni e un aumento su base annua nel secondo trimestre del 2,8% (+637 mila persone). La parziale riduzione della disoccupazione, però, si accompagna «a un ampio ricorso a forme di orario ridotto»: casse integrazioni e part time spesso involontario. Secondo il report, si è inoltre modificato il concetto di disoccupazione e permangono disparità nelle opportunità di lavoro: favoriti coloro che hanno livelli di scolarizzazione più alti, penalizzate ancora le donne. Fattore decisivo per la ripresa «è il Pnrr e la sua effettiva attuazione». In questo senso, avvisa il Cnel, «preoccupano le difficoltà e i ritardi nel Piano di potenziamento dei Centri per l'impiego e delle politiche attive del lavoro». I settori in cui le donne sono meno presenti sono i settori in cui gli investimenti e il peso finanziario del Pnrr è più rilevante. Sul fronte della contrattazione e della rappresentanza, il rapporto rileva che dei 946 contratti collettivi nazionali di lavoro registrati nell'Archivio del Cnel a novembre 2022, quelli sottoscritti da categorie associate ai sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil sono 208, pari al 22%, e coprono il 97,1% dei lavoratori. Quelli sottoscritti da categorie associate a Ugl, Cisal, Confsal o Ciu (esclusi i Ccnl che le prime tre organizzazioni sottoscrivono per adesione o in firma separata con Cgil, Cisl e/o Uil) sono 408, il 43%, ma coprono solo meno del 3% dei lavoratori.
Un giovane su cinque è attratto da mestieri tecnico-pratici
Da una ricerca condotta da Skuola.net assieme ad Amplia Infrastructures, su un campione di 2.600 studenti delle scuole superiori, emerge che un futuro diplomato su cinque è attratto da un mestiere tecnico-pratico. Per una porzione non trascurabile di intervistati (6%) si tratta addirittura della prima scelta per il futuro. Mentre la restante parte (13%) lo farebbe solo se, alla base, ci fossero adeguati percorsi formativi e sufficienti prospettive di carriera o di stipendio. A questi ultimi si aggiungono poi coloro, pari al 28% del campione, ben disposti ma al momento più orientati a mansioni di carattere maggiormente teorico. A cui si affianca la platea (53%) degli assolutamente contrari. Per 4 su 10 si tratta quasi di uno sbocco naturale: di questi, il 26% lo farebbe per soddisfare una passione personale, il 15% per sfruttare l'attitudine a svolgere attività più concrete. Molti altri, però, con un atteggiamento pragmatico, si lascerebbero convincere da aspetti differenti: il 15% per avere maggiori chance di trovare un lavoro in tempi rapidi, l'11% per il tipo di curriculum richiesto (con meno teoria e più pratica), il 10% per i guadagni. Al contrario, quelli che si tengono alla larga da questi ambiti sono per la maggior parte "distratti" da altri percorsi che li stuzzicano decisamente di più: tra loro, la pensa così oltre un terzo (38%). Circa un quarto (27%), invece, sente di non avere le capacità manuali minime per affrontare una sfida del genere. Pochissimi sono "spaventati" da un'ipotetica scarsa retribuzione (7%), dalla pericolosità di queste attività o dagli sforzi fisici che richiedono (6%) oppure dall'idea che siano poco considerate a livello sociale (6%). A lanciare la volata al gruppo dei sostenitori dei mestieri tecnico-pratici sono soprattutto i maschi, mentre le femmine si avvicinano ancora con eccessivi timori a questi percorsi. Parlano i numeri: tra i ragazzi la quota dei favorevoli sale al 26%, oltre 1 su 4; tra le ragazze ci si ferma al 17%, leggermente sotto la media. E, tra le studentesse che li scartano, quasi un terzo (30%) lo fa perché non li ritiene adatti alle proprie capacità. Da segnalare che Gruppo Florence, polo produttivo integrato in Italia al servizio della moda e del lusso, che conta oggi 21 aziende per un fatturato aggregato di oltre 500 milioni di euro e 2.200 dipendenti, punta ad assumere 200 nuove risorse nel 2023 e ad avviare un progetto di Internal Academy per avvicinare i giovani alle professioni manifatturiere, nell’ottica di preservare il know-how alla base dell’eccellenza dell’industria del made in Italy. A partire da febbraio 2023 partirà un percorso formativo realizzato insieme al Mita (Made in Italy Tuscany Academy) per 30 studenti delle scuole superiori presso le aziende toscane Giuntini e Ciemmeci Fashion.
Quasi 9mila annunci di lavoro nel periodo invernale
L’Osservatorio InfoJobs Professioni Invernali ha fotografato l’andamento del mercato del lavoro nel periodo tradizionalmente dedicato a feste, spese di fine anno e a vacanze invernali. Nel bimestre ottobre-novembre 2022, InfoJobs, la piattaforma per la ricerca di lavoro on line, ha registrato quasi 9mila annunci di lavoro da parte delle aziende per le categorie professionali Turismo e Ristorazione e Commercio, Gdo e Retail. La maggior parte delle offerte, in entrambe le categorie, propongono contratti temporanei volti all’obiettivo di far fronte alle previsioni di grande affluenza nelle località turistiche e di picchi di vendite per regali da mettere sotto l’albero e cenoni da organizzare. Una stagione positiva e che, come ogni anno, offre numerose opportunità di lavoro. Analizzando le offerte presenti in piattaforma, InfoJobs ha classificato le professioni più cercate per questa stagione 2022. Il podio 2022 per la professione più richiesta in Turismo e Ristorazione è occupato dall’Animatore Turistico, scalzando la figura di Addetto alla Pulizia Camere, che resta comunque nella top10 delle professioni più richieste. Seguono nella top 5 le figure che, a vario titolo, si occupano di ristorazione, dal Cameriere (al secondo posto), all’Assistente di cucina (al terzo posto), fino al Cuoco (al quarto posto). Chiude la classifica l’Addetto al catering aereo (al quinto posto), a testimonianza di una forte ripresa dei viaggi. Fuori dalla top 5, ma entro la top 10, c’è lo Chef, tra le figure più ricercate per far gustare sapori d’alta montagna o per far apprezzare una buona cucina in città, durante il periodo delle feste. In pole position per Commercio Gdo e Retail, si posiziona la professione di Assistente di vendita, ricercata soprattutto in previsione dei picchi di vendite sotto le feste e durante i saldi. La figura di Promoter, che ha il compito di consigliare prodotti e offerte, occupa la seconda posizione. Il terzo posto vede il Cassiere, responsabile della “parte finale” della vendita e particolarmente indaffarato con le montagne di spese del periodo natalizio. Al quarto posto, l’Esercente di negozio, figura che ha la responsabilità dello store dal punto di vista gestionale e relazionale. L’Addetto pescheria guadagna nel 2022 la quinta posizione. Dentro la top 10 altri ci sono altri ruoli chiave per la stagione invernale e per il corretto flusso di approvvigionamento e vendita di merci, come: Responsabile di Reparto Vendita (9°posto) e Magazziniere (10° posto). Ma le offerte di lavoro live su InfoJobs sono ancora molte, oltre 5.200 per entrambe le categorie Turismo e Ristorazione e Commercio Gdo e Retail, per la stagione in corso, ma anche con contratti a tempo indeterminato, per chi è alla ricerca di un’occupazione nel settore che vada ben oltre la stagione invernale.
Formazione, i corsi più richiesti riguardano competenze gestionali e relazionali
Acquisizione, riqualificazione, miglioramento verticale delle competenze. Una triade diventata quasi un mantra nel mondo del lavoro di oggi. Sempre più, infatti, lo sviluppo professionale ruota attorno al conseguimento e all’aggiornamento di conoscenze e abilità che permettano di confrontarsi con un mercato in continuo cambiamento e rispondere prontamente a nuove sfide e responsabilità. Il bisogno di lavorare sulle competenze professionali è un’emergenza di portata internazionale. Lo riferisce il World Economic Forum, rilanciando a sua volta una stima dell’Ocse: oltre un miliardo di persone – quasi un terzo della forza lavoro globale – dovrà aggiornare le proprie competenze entro il 2030. Stando ai dati raccolti da un’indagine Ocse, in Italia il 70% delle persone adulte non partecipa a percorsi di formazione: ben 20 punti percentuali sopra il tasso medio di disimpegno nei Paesi appartenenti all’area Ocse. Un dato che mal si concilia con le tendenze di un mercato del lavoro e di una società che viaggiano a ritmi sempre più veloci, e in cui la formazione continua o permanente, la cosiddetta lifelong learning, è ormai il modello di riferimento per stare al passo. Stare al passo e mantenersi competitivi sul mercato è sicuramente una priorità per i tanti liberi professionisti che gestiscono in autonomia la propria attività lavorativa, e, per assicurarne il rendimento, devono preoccuparsi di aggiornare e ampliare costantemente il proprio ventaglio di competenze. Rispetto al passato, in cui le possibilità di apprendimento si svolgevano perlopiù in contesti tradizionali, oggi le opportunità di formazione – anche per i lavoratori autonomi – sono decisamente più numerose, complice la spinta al rinnovamento portata dall’emergenza sanitaria. «A seguito della pandemia, e di tutte le necessità che si sono venute a creare collateralmente, si è verificata una crescita esponenziale di soluzioni che permettono di accedere a programmi formativi tramite digitalizzazione. Questo progresso è importante per due ragioni fondamentali: permette alle persone di formarsi nei campi più vari ovunque e in qualsiasi momento; consente di offrire un'esperienza sempre più sartoriale che tiene conto dei punti di forza, di debolezza, degli interessi e degli obiettivi di ciascun utente - commenta in proposito Tommaso Certo, Head of Sales di Twenix, azienda impegnata nel settore EdTech che offre percorsi formativi in inglese a imprese e professionisti, che ha realizzato un white paper sugli autonomi e la formazione -. Questo fa sì che tanto i liberi professionisti quanto i lavoratori dipendenti possano intraprendere un percorso di crescita costante e progressiva andando a migliorare in maniera mirata le soft skill in cui si ritengano più carenti attraverso metodi innovativi, personalizzati e soprattutto efficaci». Un’attività svolta in regime autonomo, in particolare, per la sua natura imprenditoriale, richiede capacità ad ampio spettro, tra cui: business management; leadership e teamwork; abilità comunicative di interazione e negoziazione (con clienti, collaboratori, partner); problem-solving; gestione del tempo e organizzazione; pensiero strategico e pianificazione.
È ancora possibile iscriversi alla II edizione del corso di specializzazione sul Diritto delle relazioni industriali promosso da Adapt, compilando questo modulo on-line entro il 10 gennaio 2023. Inoltre è possibile regalare il corso di specializzazione a un praticante di studio, a un amico o a un giovane collega di ufficio. Il nominativo del beneficiario deve essere comunicato via mail a formazione@adapt.it, indicando anche se si tratta di uno studente o neo-laureato, e se si vuole procedere con l'iscrizione a uno o più moduli o all'intero percorso: in risposta si riceveranno tutte le informazioni utili a perfezionare l’iscrizione.
Al via il primo executive program General management nella filiera dei beni strumentali”. Un progetto voluto dalle associazioni di categoria Acimac, Amaplast e Ucima , insieme a Sfc – Sistemi Formativi Confindustria, che prevede una partnership tra Sbs – Scuola Beni Strumentali (l’ente di formazione di Acimac, Amaplast e Ucima) e Sfc, e la collaborazione di Liuc Business School e Luiss Business School. Il percorso di eccellenza è orientato alla formazione di futuri manager e imprenditori, titolari di seconda generazione e figure deputate a sviluppi di carriera, capaci di contribuire al successo di imprese attive in settori ad alta tecnologia come sono quelli dei beni strumentali e sempre più orientate all’innovazione, all’internazionalizzazione e alla digitalizzazione dei mercati. Si svilupperà in otto moduli e 122 ore totali di formazione di tipo blended: in presenza (nelle sedi di Sbs a Modena, della Liuc Business School a Castellanza-Varese e della Luiss Business School di Milano), on line sincrona e in Fad asincrona, fruibile, cioè, in qualsiasi momento. Attraverso una visione organica e trasversale del sistema impresa, il manager svilupperà capacità di analisi, diagnosi e soluzione delle problematiche gestionali aziendali con una visione internazionale. Il corso comincerà a febbraio 2023. Per informazioni e iscrizioni visitare il sito scuolabenistrumentali.it o scrivere a formazione@scuolabenistrumentali.it.
Il Gi Group Training Hub, lo spazio di Gi Group Holding interamente dedicato a formazione e orientamento aperto lo scorso 3 dicembre a Milano, festeggia il suo primo anniversario. L’hub è punto di incontro per tutti i soggetti che vedono nell’orientamento e nella formazione la risposta più adeguata al fabbisogno di competenze delle aziende e delle persone. Sono 35 i progetti formativi avviati negli spazi milanesi e oltre 1.000 i candidati e le candidate coinvolti nei corsi e nei progetti formativi in essere o in partenza. Nel corso di quest’anno, le potenzialità di orientamento e formazione del Training Hub e l’impegno di tutti i soggetti che hanno creduto nel progetto ne hanno aumentato la dimensione da un singolo luogo fisico a una pluralità di luoghi, anche digitali. Infatti, è stata sviluppata anche una piattaforma digitale omnicomprensiva di formazione e orientamento per intercettare studenti e candidati su tutto il territorio nazionale. Nel corso di questi primi 12 mesi, complessivamente tra attività in presenza e digitale su tutta Italia, sono circa 62mila i candidati e le candidate coinvolti in percorsi di formazione e oltre 8mila i progetti avviati. Il Gi Group Training Hub a Milano è diventato anche un luogo riconoscibile, uno spazio libero e aperto di confronto e condivisione per tutti gli stakeholder impegnati sui temi dell’orientamento e della formazione. Tra i progetti avviati, il primo Its voluto da Zucchetti, cui si sono affiancati percorsi più brevi, in particolare Ifts, per le professioni legate al mondo della gestione del personale; la FoodAcademy, progetto nato grazie al coinvolgimento di UnionFood e di Tack Tmi, branch italiana di Gi Group Holding che si occupa di learning & development; il corso per formare i futuri responsabili della ristorazione di Autogrill, guidato dall’Associazione Nazionale Its con la collaborazione del Consorzio Elis e della Fondazione Innovaprofessioni. Quali le iniziative e le prospettive per il prossimo anno? Da una parte, vi è la volontà di aprire a scuole e istituti tecnici per le attività di orientamento, Pcto, alternanza scuola-lavoro, rafforzando così il ruolo di ponte tra istruzione e impresa che la multinazionale del lavoro ricopre. Dall’altra, una partnership con il Made Competence Center 4.0, la struttura voluta dal Politecnico di Milano, della quale Gi Group è socio fondatore, per lo sviluppo delle competenze necessarie alle imprese che stanno affrontando una profonda trasformazione dei processi produttivi. Anche gli spazi dell’hub milanese sono mutati in questi mesi e oggi vantano al loro interno anche training e meeting room, spazi di networking e coworking, phoneboot e uffici oltre ad aule informatiche, realtà aumentata, simulatori; un laboratorio di meccatronica, meccanica, elettronica; macchinari per taglio laser e meccanico; prototipazione; produzione prodotti pelle; cucine e impianti di refrigerazione; magazzini, stoccaggio e fine linea; area esterna per patenti e abilitazioni; un auditorium, una palestra e un ristorante interno.