Una vista dall'alto della nuova stazione elettrica di Capri, dove si incontrano i cavi che collegano l'isola a Torre Annunziata e Sorrento - Terna
Fino a tre anni fa tutta l’elettricità che alimentava Capri arrivava dalla Sippic, una vecchia centrale termoelettrica che brucia gasolio. Costruita nel 1903 per fornire l’elettricità necessaria a fare funzionare la funicolare dell’isola, la centrale della Società per Imprese Pubbliche e Private in Ischia e Capri (Sippic, appunto) non poteva bastare. Per quanto fosse stato ripetutamente sistemato e migliorato, questo impianto privato andava sistematicamente in crisi nei mesi estivi, quando il turismo provocava ingestibili picchi dei consumi. Nel maggio del 2016, mentre la centrale era sotto sequestro per verificarne i livelli di inquinamento, un motore ha preso fuoco facendo scoppiare un incendio. Da tempo i sindaci e i rappresentanti degli enti locali chiedevano progetti per dare a quest’isola incantevole una rete elettrica adeguata. Sono stati accontentati.
Nel 2017 Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, ha realizzato il collegamento tra Capri e Torre Annunziata, un cavo sottomarino da 30 chilometri con una tensione di 150 kilovolt e una capacità di 160 megawatt, costato oltre 100 milioni di euro. Ieri è stato inaugurato il secondo collegamento tra l’isola e lo Stivale: un cavo di uguale capacità e tensione lungo 19 chilometri, di cui 16 sottomarini, che collega Capri e Sorrento. Questo secondo cavo, operativo da fine settembre e costato 55 milioni di euro, “chiude” l’anello tra l’isola e la rete elettrica nazionale. I due cavi si incontrano nella nuova stazione elettrica che Terna ha costruito a Marina Grande, con un progetto architettonico dello studio Frigerio che riduce al minimo l’impatto dell’impianto sullo scenario dell’isola. Grazie a questi collegamenti la centrale Sippic potrà essere gradualmente spenta, permettendo il risparmio delle circa 130mila tonnellate di emissioni di CO2 che produceva ogni anno.
È un’opera quasi tutta italiana. La gara per la realizzazione e la posa dei cavi è stata vinta da Prysmian: la società milanese tra i leader mondiali del settore ha realizzato i cavi nel suo centro di eccellenza di Arco Felice, vicino a Pozzuoli, e li ha posati con la nave Cable Enterprise.
Quest’opera «ha una rilevanza storica in quanto rende più sicura da un punto di vista elettrico e con meno emissioni inquinanti un’isola come quella di Capri, simbolo di bellezza naturale riconosciuto in tutto il mondo» ha sottolineato l’amministratore delegato e direttore generale di Terna, Stefano Donnarumma, che sta preparando il nuovo piano industriale da presentare a novembre. Dentro ci saranno investimenti da 14-15 miliardi di euro sulla rete per accompagnare la transizione energetica. All’inaugurazione, che si è conclusa con la benedizione da parte di Francesco Alfano, arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, ha partecipato anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Dobbiamo fare dell’Italia l’hub energetico del Mediterraneo, con i collegamenti verso l’Africa, penso in particolare alla Tunisia, e verso l’Est Europa, grazie al collegamento con il Montenegro» ha detto Conte, ricordando l’importanza delle infrastrutture per ridurre il divario tra Nord e Sud e tra città e aree interne e garantendo appoggio agli investimenti sulla reteche farà Terna (che ha il ministero dell’Economia come primo azionista).
Conte ne ha anche approfittato per chiarire la visione del governo sul ruolo dello Stato nell'economia: «In questi momenti di crisi lo Stato deve essere pronto a preservare e proteggere asset strategici e credo sia doveroso che assuma una posizione più ardita, con la promozione di investimenti e accorte politiche e partneriati pubblico-privato per obiettivi come la transizione energetica».