mercoledì 27 dicembre 2017
Imprese attive aumentate di 7mila unità. Più occupati grazie agli incentivi: 108mila nel III trimestre di quest'anno rispetto al 2016
Sud, moderato miglioramento nel 2017
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Il 2017 ormai in chiusura conferma il «moderato ma costante» miglioramento dell'economia del Meridione d'Italia, ancora in espansione dopo un 2016 in linea con la media nazionale e proiettata verso una crescita superiore all'1% per il 2018, come suggerito anche dagli indici di fiducia, non lontani dai massimi. È quanto emerge dal Check Up Mezzogiorno di dicembre 2017, il tradizionale studio elaborato da Confindustria e Srm, il centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno di Intesa Sanpaolo. Il Pil del Sud, quest'anno, è dunque aumentato di un punto percentuale, mettendo a segno la seconda annata positiva di fila. Ma a mostrare il segno più sono stati anche gli investimenti, spinti dalla componente privata e soprattutto da quelli legati all'industria in senso stretto, in progresso del 40% sull'anno precedente. Sebbene non ancora sufficiente per tornare ai valori del 2007, gli estensori dell'analisi parlano in questo caso di «un balzo in avanti davvero significativo».

Se la ripartenza del Mezzogiorno pare soprattutto nelle mani delle imprese, con il numero di quelle attive che è aumentato di 7mila unità su base annua nel terzo trimestre (a fronte di un contemporaneo calo dello 0,1% nel resto del Paese), un robusto contributo ai segnali di vitalità del sistema produttivi del Sud viene anche dall'export. Negli stessi tre mesi, infatti, le esportazioni delle imprese del Mezzogiorno sono cresciute dell'8,6%, a un ritmo superiore a quello del Centro-Nord (+7,2%). Notizie positive anche dal turismo, settore al quale il Check up dedica un approfondimento specifico: il periodo gennaio-agosto ha visto in particolare la spesa dei viaggiatori stranieri crescere del 24% sugli stessi mesi del 2016, contro il +3,1% fatto segnare del Centro-Nord. Bene, infine, il mercato del lavoro: anche grazie al sostegno del bonus occupazione, si sono registrati incrementi percentuali degli occupati superiori a quelli del Centro-Nord, con una crescita in valore assoluto di oltre 108mila unità nel III trimestre 2017 rispetto al 2016. Tuttavia, gli occupati meridionali sono ancora 230mila in meno rispetto al picco precrisi.

Non di sole luci è comunque fatta l'istantanea scattata dal Check Up. Tra le ombre figurano ben cinque fattori che frenano il potenziale di crescita dell'economia del Sud. A partire da una composizione del tessuto produttivo caratterizzata da un numero elevato di imprese di piccola e piccolissima dimensione, non ottimale dal punto di vista della produttività. Per proseguire con un'estrema diversificazione territoriale, che lascia intravedere un Mezzogiorno a più velocità, e con la bassa competitività dei territori, evidenzata dagli indicatori che compongono l'Indice di Competitività regionale della Commissione Europea. Altro tasto dolente, quello del credito: le condizioni creditizie al Sud sono in miglioramento, ma non per tutti, e l'offerta di credito, sebbene in allentamento, non riesce a seguire pienamente la domanda. Le stime dei Conti pubblici territoriali per il 2016, infine, indicano un insufficiente contributo della spesa pubblica per investimenti. Tendenza, questa, confermata dalle recentissime stime Cpt sull'andamento dei primi mesi del 2017.


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