Sono oltre 23mila i ragazzi che da gennaio 2016, anno del suo avvio, in 300 istituzioni accreditate sull’intero territorio nazionale hanno seguito i percorsi della sperimentazione del sistema duale (dati Inapp-Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche 2017), che vedono metà dell’impegno scolastico svolgersi in aula e l’altra in attività lavorativa in azienda. Si tratta di corsi di qualificazione professionale o per il conseguimento del diploma quadriennale nella Iefp in contesto lavorativo, attraverso l’apprendistato e l’alternanza rafforzata, di almeno 400 ore annue. Dopo il primo anno, l’apprendistato di primo livello è cresciuto del 33%; ora, con l’anno formativo 2017/2018, avrà termine anche il secondo anno di sperimentazione e, visti i positivi risultati, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali intende rendere stabili e permanenti i finanziamenti a questa filiera, che aiuta l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e insieme è strumento di contrasto alla dispersione scolastica. I dati sono stati divulgati in occasione di Job & Orienta, salone nazionale dell’orientamento, della scuola, della formazione e del lavoro, durante il convegno Esami di maturità per il sistema duale: dalla sperimentazione alla stabilizzazione.
«I risultati si rivelano positivi soprattutto nelle regioni del Nord - ha commentato Luigi Bobba, sottosegretario del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - mentre sono un po’ più deboli nelle regioni del Centro Sud, perché lì l’offerta formativa è meno continuativa, meno strutturata e meno qualificata. Sulla base di questo abbiamo deciso che nella legge di Bilancio si dovesse dar luogo a una stabilizzazione delle risorse dedicate alla sperimentazione, che sono state per l’anno in corso 87 milioni. Dall’altro lato, abbiamo voluto mettere un po’ di ottani nel motore, e quindi per il 2018 abbiamo 50 milioni in più: sono risorse aggiuntive che allargano la platea delle offerte e soprattutto rafforzano l’offerta formativa del Centro Sud».
Sempre nella legge di Bilancio, connessa a questa scelta di incardinare e strutturare il duale, è stato inserito uno sgravio sul contributo previdenziale del 100% per le imprese che assumeranno nel 2018 giovani con meno di 35 anni che abbiano svolto l’alternanza nei corsi di istruzione e formazione professionale o l’apprendistato. «È un modo - sottolinea Bobba - per dire alle aziende: “Se gestite tutta la filiera del percorso formativo, ve ne torna un vantaggio. Pensate alla formazione in forma duale come a una modalità di inserimento al lavoro, di selezione, di acquisizione di competenze appropriate. E lo Stato vi viene incontro con contributi zero”».
Quanto al Veneto, «è una delle regioni dove l’apprendistato sta funzionando meglio - ha detto il sottosegretario - perché qui l’alternanza era già inserita stabilmente all’interno della formazione professionale. Nel monitoraggio di Forma, l’associazione che raccoglie i maggiori enti di formazione professionale, quello che colpisce è che si è presa consapevolezza di dover svolgere un mestiere nuovo: gestire anche il placement dei ragazzi. Emerge che la causa per la quale le aziende sono un po’ refrattarie a fare contratti di apprendistato formativo non sta nei costi o nella burocrazia, ma piuttosto nel fatto che non ne conoscono l’esistenza. Vale a dire che lo strumento non è ancora entrato nella cultura ordinaria».
«La sperimentazione del sistema duale - ha aggiunto Paola Vacchina, presidente di Forma - ha trovato nel sistema delle Iefp il terreno più fertile. Tutto ciò che si definisce alternanza rafforzata, nella Iefp e (soprattutto nei centri di formazione professionale) veniva realizzata già da tempo: adesso ne sono state definite le modalità organizzative, in termini di ore annue di esperienze in azienda. Per i nostri centri la novità grande è stato l’apprendistato di primo livello, che ha dato risultati importanti grazie alla sinergia con una rete consolidata di aziende del territorio: dalla nostra recente ricerca, effettuata su un campione di 148 centri, sono risultate 3mila le aziende coinvolte e quasi il 70% ha risposto positivamente alla sperimentazione».
«Dove si fa duale c'è minor tasso di disoccupazione- ha sottolineato Maurizio Del Conte, presidente di Anpal-Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro, che ha sottolineato il rinnovato impegno del Governo a sostenere il passaggio dalla fase di sperimentazione a quella di stabilizzazione. «Siamo impegnati con progetti specifici a supportare tutta la filiera formativa duale per allineare l'Italia ai modelli più virtuosi del Nord Europa. La nostra idea è quella di ricomporre un sistema attualmente spezzettato, aiutando così i ragazzi a entrare nel mercato del lavoro attraverso migliori servizi. Quindi partire dalla scuola per arrivare al lavoro passando per tirocini, stage e placement».
«La maggioranza dei contratti di apprendistato in Italia» ha concluso Stefano Sacchi, presidente di Inapp - sono ancora quelli professionalizzanti (ossia riservati ai giovani tra i 18 e i 29 anni), vissuti dalle aziende come un contratto di inserimento “a basso costo”. Per questi contratti la maggior parte della formazione è pubblica e solo per una quota minoritaria è in capo all’azienda. Invece nell’apprendistato di primo e terzo livello, che tuttavia rappresentano una minima quota pari circa al 3-4%, il contenuto formativo è istituzionalmente ben maggiore. Occorre quindi all’interno dell’apprendistato riequilibrare e investire di più su queste due tipologie e, allo stesso modo, sarebbe necessario che l’apprendistato professionalizzante avesse un più solido contenuto formativo, obiettivo da raggiungere anche tramite incentivi alle imprese».
Da gennaio 2016 si dividono tra aula e azienda in 300 istituzioni accreditate in tutta Italia e seguono percorsi sperimentali
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