giovedì 10 settembre 2020
Secondo un sondaggio, causa Covid aumenta il trasporto privato (57%) e diminuisce l’uso di mezzi pubblici: 4,8 milioni di ragazzi a scuola in auto o moto
Cambiano mezzo di trasporto 2,5 milioni di alunni
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Quest'anno quasi un alunno su tre, pari a circa 2,5 milioni di bambini e ragazzi (29,8%) sarà costretto a cambiare, del tutto o in parte, mezzo di trasporto per il tragitto casa-scuola. È quanto emerge da un'indagine commissionata da Facile.it a mUp research e Norstat, realizzata su un campione rappresentativo di famiglie italiane con figli dai 2 ai 18 anni. Aumentano i ragazzi che si sposteranno in auto o moto: lo faranno 6 alunni su 10 (il 57%), pari a circa 4,8 milioni di bambini e ragazzi, mentre lo scorso anno era il 50%. Di contro, cala il numero di coloro che sceglieranno il trasporto pubblico; solo il 14,9% userà autobus o tram, rispetto al 16,7% dello scorso anno. Perché si cambia? Innanzitutto per paura del Covid (50%), ma anche per l'orario di ingresso scaglionato adottato dalla scuola (30,1%), spiega la ricerca.

Ancora meno, circa il 2%, quelli che sceglieranno la metropolitana o il treno. In diminuzione anche il numero di alunni che utilizzeranno servizi quali lo scuolabus; il 5,2%, degli alunni quest'anno, mentre lo scorso anno erano il 7,6%. In leggero aumento coloro che hanno scelto di recarsi a scuola a piedi; lo faranno il 31,7% degli studenti, pari a quasi 2,7 milioni di ragazzi, erano il 31,1%, lo scorso anno. Il cambio di abitudini riguarderà, in particolare, i ragazzi iscritti alla scuola secondaria, sia di primo grado (il 35,8% degli studenti cambierà il modo di coprire il tragitto casa/scuola), sia di secondo grado (43,4%). A spingere per il cambiamento saranno soprattutto le mamme (30,5%) e i genitori residenti nel centro Italia (33,4%).

Guardando alle risposte su base territoriale emerge che l'inquietudine è diffusa in tutto il Paese in modo abbastanza omogeneo, anche se spicca un dato: le famiglie più preoccupate per il tragitto casa-scuola dei figli risultano essere quelle residenti al Sud e nelle Isole, dove la percentuale raggiunge il 70,5%. "A pesare maggiormente su questi rispondenti - si legge nel comunicato - potrebbe essere stato, da un lato, un trasporto pubblico non sempre efficiente e la presenza di distanze lunghe da percorre per raggiungere la scuola, dall'altro la nascita di nuovi focolai che nelle ultime settimane, almeno mediaticamente, hanno coinvolto maggiormente alcune aree del Meridione".


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