giovedì 26 luglio 2012
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​Cattive notizie per i pensionati ‘distratti’. Chi abbia percepito pensioni oppure quote di pensioni non avendone diritto, riceverà a breve una notifica di addebito da parte dell’Inps, passo propedeutico per l’attivazione del procedimento di recupero. Con la lettera di addebito l’istituto chiede la restituzione di quanto erogato ma non spettante al pensionato, consentendo il rimborso in unica soluzione o a rate (massimo 120 mesi), con trattenute di 1/5 sulla pensione eventualmente in godimento oppure con rimesse dirette di denaro. È questa una novità dell’Inps, in quanto riguarda il nuovo procedimento di recupero coattivo dei crediti introdotto dalle leggi n. 73 e 122 del 2010, e disciplinato dalla determinazione n. 434/2011 del Presidente dell’Inps. Il nuovo processo di recupero prevede nuove fasi di gestione del credito e nuove comunicazioni da inviare al pensionato debitore. Vediamo. Prima di tutto il nuovo processo prevede l’invio di notifiche d’indebito ai soggetti interessati riferite ad importi certi; ciò vuol dire che gli importi vanno depurati (compensati) con ogni con eventuale credito vantato dallo stesso soggetto. Le comunicazioni di indebito (modelli RC1) conterranno in allegato il bollettino di c/c postale utile ad effettuare il pagamento in un’unica soluzione. Tuttavia, in alternativa, è possibile attivare un piano di recupero rateale con trattenuta su pensione. Quanto alle modalità di recupero degli indebiti, sono due le strade previste: con trattenute sulle pensioni in godimento o mediante rimesse dirette in denaro. Nel primo caso, è necessaria la richiesta da parte del pensionato e le trattenute saranno di importo inferiori a 1/5 della pensione in godimento. In ogni caso la rateazione sarà concessa previa verifica della situazione reddituale dell’interessato presso l’agenzia delle entrate, fermo restando che la trattenuta non potrà essere inferiore ai 10 euro mensili e che il recupero non potrà avvenire oltre le 24 mensilità. Qualora il pensionato percepisca pensioni che complessivamente non superino l’importo pari a due volte il trattamento minimo (euro 962), il recupero potrà avvenire oltre le 24 e fino a 60 mes. Infine, nei confronti dei pensionati più bisognosi (valutazione della condizione di bisogno fatta sulle condizioni generali e familiari del pensionato) il piano di recupero potrà superare le 60 rate e arrivare fino a 120 mesi. Nel secondo caso (recupero mediante rimesse in denaro), l’Inps concederà le rateazioni previa verifica della situazione reddituale dell’interessato presso l’agenzia delle entrate, secondo i seguenti criteri:• per motivi di carattere eccezionale (documentate spese sanitarie di importo rilevante o altri eventi eccezionali, cause di forza maggiore, ecc.)• ai pensionati più bisognosi, ossia a coloro che non siano titolari di pensioni o siano titolari di prestazioni integrate al minimo; • a coloro che abbiano un Isee, in corso di validità, inferiore all’importo annuo del trattamento minimo (481 euro); • a coloro che non siano titolari di redditi diversi da pensioni;• in caso di forza maggiore disposti dalle autorità competenti, il differimento può riguardare anche i recuperi già in corso.
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