Nella maggior parte dei Paesi Ocse, le donne sono persistentemente sottorappresentate nelle professioni più remunerative, come quelle tecniche e scientifiche, nonostante raggiungano livelli superiori di istruzione. Le scelte occupazionali rispecchiano il percorso scolastico intrapreso sin dall’adolescenza. Alcuni studi dimostrano come la differenza nella performance in matematica delle studentesse rispetto ai loro compagni maschi sia maggiore nei Paesi con più elevati stereotipi di genere che naturalizzano differenze prodotte da norme sociali e culturali. Come ci mostra il Gender Gap Index del World Economic Forum, l’Italia non se la cava molto bene in termini di parità di genere. Possiamo dunque temere una distorsione delle scelte scolastiche delle studentesse verso percorsi conformi agli stereotipi di genere presenti nella società, ma economicamente meno profittevoli per le donne, ma anche per l’innovazione e la produttività del nostro Paese.
Nell’ambito di Girls Code It Better (Gcib) progetto di Maw-Men At Work, in collaborazione con Leap-Bocconi e Università di Bologna, è stato raccolto un questionario da circa 900 studenti delle scuole secondarie di I grado partecipanti al progetto nell’anno scolastico2017-18. I dati fanno emergere come gli stereotipi di genere siano fortemente insinuati in ragazzi e ragazze sin dall’adolescenza. Agli studenti è stato chiesto se l’appartenenza ad uno dei due sessi sia determinante per svolgere al meglio alcune professioni. Metà degli studenti, sia maschi e sia femmine, ritengono che per fare l’ingegnere o il politico sia importante essere uomini, mentre la restante metà ritiene che il sesso non sia rilevante per svolgere al meglio l’occupazione. Interessante osservare come lo scenario sia ribaltato per le professioni dell’insegnante e dell’infermiere, con più del 40% degli studenti che ritiene sia determinante l’appartenenza al sesso femminile per svolgere queste occupazioni. A livello individuale, sia ragazzi e sia ragazze rivelano un interesse maggiore per i percorsi scolastici che loro stessi associano maggiormente con il proprio sesso. Inoltre, i dati disponibili grazie al questionario iniziale del progetto rilevano come l’associazione tra genere femminile e alcuni istituti, come per esempio Liceo Classico e delle Scienze Umane, aumenti durante gli anni dell’adolescenza, un periodo di forte sviluppo della propria identità. I dati raccolti suggeriscono che lo sviluppo di associazioni di genere può avere un potenziale distorsivo sulla scelta della scuola superiore di studenti e studentesse. Tuttavia, uno studio più approfondito è necessario per determinare l’entità dell’effetto causale e come Girls Code It Better possa contribuire per ridurre l’impatto degli stereotipi di genere sulle scelte di educazione e occupazione.
Girls Code it Better dalla sua prima edizione, nell’anno scolastico 2014-15 ha coinvolto 52 scuole su cinque regioni, ha realizzato 98 laboratori includendo 1.920 ragazze di prima, seconda e terza “media”. In ogni laboratorio 20 ragazze, su mandato della scuola, affrontano un tema e l’elaborazione di un progetto che preveda lo sviluppo di un’area tecnica strumentale scelta tra: schede elettroniche e automazione; progettazione, modellazione e stampa 3D; web design e web development; programmazione app e gaming. In ogni laboratorio un coach docente (un insegnante della scuola) e un coach maker in compresenza, agevolano la scoperta degli strumenti e alimentano la creatività con il sostegno della metodologia di Lepida Scuola: imparare a imparare, risolvere problemi, lavorare in team, esercitare il pensiero critico, comunicare sono le competenze chiave che le ragazze sono chiamate a esercitare. La misurazione dell’impatto del progetto sul percorso scolastico delle ragazze e sull’intera scuola ci aiuterà a delineare percorsi sempre più efficaci ed entusiasmanti.