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Sale nel 2022 la raccolta del private equity e venture capital. Nel 2022 la raccolta è stata pari a 5,9 miliardi di euro (di cui 5,08 miliardi raccolti sul mercato), in crescita del 3% rispetto ai 5,72 miliardi dell’anno precedente. Gli operatori che nel 2022 hanno svolto attività di fundraising sono stati 49 (44 l’anno precedente). I dati sono contenuti nell’analisi diffusa oggi da AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), in collaborazione con PwC Italia – Deals, sul mercato italiano del capitale di rischio. Con riferimento alla provenienza geografica dei fondi raccolti sul mercato, la componente domestica ha rappresentato il 55%, mentre il peso di quella estera è stato del 45%. A livello di fonti, il 18% della raccolta deriva da fondi pensione e casse di previdenza (890 milioni di euro), seguiti dalle assicurazioni (13%, 678 milioni) e dalle banche (9%, 448 milioni)
Investimenti
Nel 2022 l’ammontare investito dagli operatori di private equity e venture capital ha raggiunto il livello più alto mai registrato nel mercato italiano, attestandosi a 23,6 miliardi di euro. Rispetto all’anno precedente, che già aveva fatto segnare valori record (14,6 miliardi di euro), si è osservata una crescita ulteriore del 61%, trainata da alcune operazioni di dimensioni particolarmente significative realizzate sia nel segmento dei buy out sia in quello delle infrastrutture. Complessivamente nel corso dell’anno sono state realizzate 7 operazioni con equity versato compreso tra 150 e 300 milioni di Euro (large deal) e 17 operazioni di ammontare superiore ai 300 milioni (mega deal), che insieme hanno rappresentato il 76% dell’ammontare complessivo investito nell’anno (17.889 milioni di Euro).
Nel 2021 erano stati realizzati 8 large deal e 8 mega deal, per un ammontare pari a 9,82 miliardi di Euro (67% del totale). Il numero di operazioni è cresciuto del 30% attestandosi a 848, rispetto alle 654 dell’anno precedente, trainato dall’attività di venture capital, che dal 2020 sta crescendo in modo significativo, grazie all’avvio dell’operatività di un soggetto di matrice istituzionale, focalizzato sugli investimenti in imprese nelle prime fasi di vita.
Nel dettaglio, nel 2022 il segmento dell’early stage (seed, start up e later stage), è cresciuto sia per numero di investimenti (547, pari al 65% del numero totale, +47% rispetto all’anno precedente), sia per ammontare, superando il miliardo di Euro (1,17 miliardi, +101%). I buy out, invece, con 10,95 miliardi di euro e 185 operazioni (5,38 miliardi e 159 investimenti nel 2021), si sono classificati al primo posto in termini di ammontare, pari al 46% del totale, seguiti a breve distanza dalle operazioni in infrastrutture. Queste ultime sono comunque state caratterizzate da un incremento rispetto all’anno precedente, con 10,69 miliardi di euro (+39% rispetto ai 7,67 miliardi del 2021), distribuiti su 52 operazioni (45 l’anno precedente, +16%).
Le operazioni di expansion, invece, sono diminuite sia in termini di ammontare (483 milioni, -44% rispetto ai 858 del 2021) sia in termini di numero (46, -23% rispetto alle 60 del 2021). Infine, il segmento del turnaround, dedicato alle imprese in difficoltà, ha mantenuto un ruolo di nicchia, con solamente 9 operazioni e 249 milioni di Euro investiti. “Nel 2022 sono stati investiti 23,7 miliardi di euro; la crescita è stata del 61% rispetto ai 15 miliardi dell’anno precedente ed è stata possibile grazie all’attività dei fondi paneuropei che hanno chiuso grandi deal”, ha sottolineato Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI. “In Italia ancora non sono presenti fondi che possano misurarsi con i grandi player globali, è per questo che serve un’azione di sistema, da un lato per permettere ai nostri operatori di diventare competitivi a livello internazionale, dall’altra per ripopolare il segmento del mid market di soggetti dedicati, che non possono che essere domestici”.
“Continua la crescita del mercato italiano del Private Equity che fa registrare nel 2022 un nuovo record per investimenti totali” ha aggiunto Francesco Giordano, Private Equity Leader di PwC Italia. “Dopo un primo semestre nel segno di grandi investimenti nelle settore infrastrutturale, il secondo semestre 2022 è stato caratterizzato da un notevole incremento dei buy out, che raddoppiano rispetto al 2021, grazie al contributo dei player internazionali che continuano a manifestare un significativo interesse verso le eccellenze del nostro paese”. A livello settoriale, il 2022 ha visto al primo posto per numero di investimenti il comparto ICT, con il 27% delle operazioni totali, seguito dai beni e servizi industriali, 11%, e dal medicale, 10%.
Disinvestimenti
Nel 2022 l’ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni è stato pari a 4,39 miliardi di euro, in crescita del 63% rispetto ai 2,70 miliardi dell’anno precedente. Il numero di exit è stato pari a 117, +13% rispetto alle 104 del 2021. Il canale maggiormente utilizzato per i disinvestimenti è stato la vendita ad altri operatori di private equity, con un peso del 60% in termini di ammontare (2,65 miliardi di euro) e del 40% in termini di numero (47).