Secondo lo studio “CEO Briefing 2014 - The Global Agenda: Competing in a Digital World” condotto da Accenture ed Economist Intelligence Unit (EIU), nel mondo i top manager hanno fiducia nella ripresa del proprio business e dell’economia nel 2014. Benché molti vedano le esportazioni e il lancio di nuovi prodotti e servizi come motori di sviluppo, la ricerca mette in luce le grandi potenzialità degli investimenti nel digitale per stimolare la crescita e conquistare nuovi clienti. Il 76% degli oltre 1.000 dirigenti intervistati dall’EIU in 20 Paesi si dichiara ottimista per il 2014, in notevole aumento rispetto al 55% registrato dallo stesso studio nel 2009. I più ottimisti erano gli intervistati in Cina, Brasile, Canada e Svizzera, mentre quelli in Giappone e in Francia erano i meno positivi, ma ora anche in questi Paesi la percentuale degli ottimisti è superiore al 60%. Per il 2014 emerge anche una notevole fiducia (61%) nella ripresa dell’economia nazionale, soprattutto tra i dirigenti in Cina, Stati Uniti, Canada e Spagna. Percentuali inferiori si registrano invece tra i dirigenti italiani (51%), francesi (52%), giapponesi e coreani (rispettivamente il 48% e il 47%). Per quanto riguarda la ripresa dell’economia globale, la percentuale di ottimisti è più moderata e si attesta al 44%, ma quella di pessimisti è diminuita notevolmente, dal 71% nel 2009 al 15% di oggi. Anche la performance aziendale dovrebbe migliorare nel 2014: il 76% degli intervistati prevede una crescita dei ricavi annuali, soprattutto nel settore manifatturiero, energetico e farmaceutico. Sarà invece minima la crescita nel settore aerospaziale e difesa, nel comparto agricolo e dei servizi professionali. Il 71% si aspetta inoltre maggiori profitti.
Apertura a nuovi mercati, nuovi prodotti e serviziDallo studio emerge come i top manager vedano i mercati esteri come leva principale per crescere. Il 58% degli intervistati afferma che intende intensificare gli investimenti al di fuori del mercato nazionale, contro il 42% che si concentrerà sul mercato interno, Italia, Canada, Cina e Giappone su tutti. Al contrario, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Corea del Sud punteranno maggiormente sulle esportazioni.Nei prossimi tre anni il 68% degli intervistati conta di promuovere la crescita sul mercato domestico attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, mentre il 32% si concentrerà sulla valorizzazione dell’offerta esistente. Per quanto riguarda i mercati esteri, il 70% dichiara di focalizzarsi sulla vendita di nuovi prodotti e servizi. In entrambi i casi, la maggior parte degli intervistati vede prioritaria la conquista di nuovi clienti, piuttosto che il consolidamento di quelli attuali. “I top manager sono molto positivi rispetto al 2014, soprattutto per ciò che riguarda la possibilità di vendere nuovi prodotti a nuovi clienti in nuovi mercati”, ha affermato
Brian Gardner, s
enior e
ditor di EIU. “Tuttavia, il rischio è quello di perseguire la crescita solo attraverso queste strade, trascurando gli investimenti che sono necessari per cogliere appieno le potenzialità di crescita. L’ingresso di nuovi attori sul mercato, il calo della domanda dei consumatori e il consolidamento di diversi settori sono stati spesso ricordati dagli intervistati come i tre maggiori rischi che le imprese devono affrontare”.
Le potenzialità ancora non sfruttate del digitaleNonostante le tecnologie digitali siano considerate dalla larga maggioranza degli intervistati elementi destinati ad avere un forte impatto nei prossimi 12 mesi sul proprio business, meno di un terzo (31%) le utilizza come leva per stimolare la crescita o trovare nuovi modi per raggiungere i clienti. Il 59% degli intervistati continua a percepire il digitale esclusivamente come strumento per migliorare l’efficienza dei processi e ridurre i costi. “La possibilità di crescere nel prossimo futuro dipenderà in misura sempre maggiore dall’uso strategico del digitale per penetrare in nuovi mercati, creare esperienze innovative per i clienti e proporre prodotti e servizi del tutto nuovi. Molte imprese stanno ancora orientando i propri investimenti digitali verso l’obiettivo sbagliato”, ha commentato
Bruno Berthon, Managing Director di Accenture Strategy. “Per aprirsi a nuovi mercati con nuovi prodotti e servizi, occorre spostare l’obiettivo degli investimenti digitali dal miglioramento dell’efficienza interna alla vera conquista delle opportunità che il mercato offre”.
Investire nel capitale umanoLa fiducia nella ripresa dell’economia ha un impatto positivo sulle risorse umane: il 65% degli intervistati prevede un aumento del proprio organico nel corso del 2014 e il 75% intende aumentare l’investimento complessivo nel capitale umano, superando coloro che hanno previsto investimenti nei beni materiali e immateriali. Secondo i top manager, infatti, l’istruzione e la formazione sono al primo posto tra i fattori che possono migliorare la competitività della propria organizzazione e anche del proprio Paese.
La fiducia nella ripresa in EuropaOsservando i risultati dello studio da un punto di vista geografico, emerge come l’Europa stia recuperando fiducia: il 55% dei top manager ritiene che l’economia europea migliorerà e intende concentrare gli investimenti proprio in Europa, mentre il 45% si dichiara pessimista. Il 68% degli intervistati inglesi, il 75% dei tedeschi e il 78% degli italiani intende concentrare gli investimenti nei Paesi UE nei prossimi 12 mesi.Sorprendentemente, la maggior parte dei dirigenti (57%) è più pessimista riguardo alla situazione economica degli Stati Uniti. Solo il 37% degli intervistati europei intende trasferire i propri investimenti negli Stati Uniti. Nonostante il dibattito sul presunto rallentamento dei mercati emergenti, il 57% degli intervistati prevede una crescita marcata o stabile. Il 65% non ritiene che la politica monetaria delle economie mature (ad esempio, la revoca dell’allentamento monetario da parte degli Stati Uniti) possa influire negativamente sui mercati emergenti. Nel contempo, gli interessi delle imprese tenderanno a essere distribuiti più uniformemente e il 60% degli intervistati prevede di spostare i propri investimenti dai Paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) ad altri mercati a più rapida crescita. “Malgrado il generale ottimismo, dobbiamo ricordare che, così come vi erano nicchie in crescita durante la crisi, ci saranno alcuni comparti in difficoltà anche in un contesto più positivo”, ha aggiunto Bruno Berthon. Mentre Detroit fallisce, New York prospera. In Europa, la situazione drammatica della Grecia vede all’estremo opposto una crescita sostenuta in Germania e Gran Bretagna. Il rapporto che abbiamo curato con EIU manda due segnali chiari alle imprese: occorre scegliere con cura i mercati a cui rivolgersi e abbracciare con decisione il digitale per crescere in modo consistente in questo complesso scenario macroeconomico”.