Il futuro della responsabilità sociale d’impresa? In crescita, coniugando impegno sociale con profitto, attraverso la misurazione dell’impatto e del valore prodotto: secondo i dati dell’Osservatorio Socialis, infatti, l’80% delle aziende italiane ha investito oltre un miliardo di euro in Csr (responsabilità sociale d'impresa) e sviluppo sostenibile e di queste l’83% ne ha valutato costi e benefici, il 15% in più rispetto alla rilevazione precedente. È questa la tendenza emersa nel corso della cerimonia di consegna del XV Premio Socialis, che si è svolta al Museo Maxxi di Roma, con il patrocinio all’evento di Presidenza del Consiglio dei ministri, ministero dell’Economia e delle Finanze, ministero del Lavoro, ministero dell’Ambiente, Regione Lazio, Roma Capitale, rappresentanza in Italia della Commissione Europea, responsabilità sociale Rai e Associazione Italiana Direttori del Personale (Aidp) – Lazio.
Sono state 51 le tesi di laurea candidate quest’anno al Premio Socialis, il primo riconoscimento in Italia a valorizzare i laureati e futuri manager della responsabilità sociale d’impresa, una specializzazione richiesta oggi dal 70% delle aziende nazionali che dichiarano di investire in uno sviluppo responsabile (VII Rapporto sull’impegno sociale delle aziende, Osservatorio Socialis/Istituto Ixè, 2016).
In 15 anni di premio sono pervenute 810 tesi di laurea da 70 atenei, per il 40% del Centro Italia, seguito dal 25% del Nord Est e dal 22% del Nord Ovest; per il 18% dal Sud e per il 5% dalle Isole.
Economia è la facoltà più rappresentata (45% delle tesi) insieme a Scienze sociali/Politiche (30%). Seguono Lettere e Filosofia (8%), Ingegneria (6%), Giurisprudenza (5%), Architettura (3%) e altre discipline (Scienze motorie, Scienze gastronomiche, Design, Statistica, Agraria, Scienze naturali, 3%).
Il crescente interesse verso la responsabilità sociale d’impresa si riscontra anche nell’offerta formativa pre e post laurea degli Atenei italiani. Su 122 insegnamenti mappati dall’Osservatorio Socialis in 51 Università, il 36% è centrato sull’Etica, il 17% sulla Csr e il 15% sulla sostenibilità, cui si aggiunge una serie di corsi correlati (Diversity management 8%, Rendicontazione sociale 7%, Social innovation 7%, Finanza etica 6%, Fund raising 4%).
Vincono il Premio di quest’anno:
Laura Amico, Quale giustizia? Istituzioni di diritto internazionale economico e prospettive di governance globale (Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli Studi di Torino – Relatore: Prof. Michele Graziadei);
Lorenzo Arletti, Le reti territoriali d’impresa come vettori per la costruzione di un nuovo modello di welfare: una ricerca in Emilia-Romagna e Veneto (Corso di laurea in Sociologia e Servizio Sociale, Università degli Studi di Bologna – Relatore: Prof.ssa Elena Macchioni);
Giacomo Chessa, La responsabilità sociale dell’azienda pubblica: evidenze alla luce di un’analisi empirica nel sistema universitario italiano (Dipartimento di Scienze economiche e Aziendali, Università degli Studi di Sassari – Relatore: Prof. Michele Comenale Pinto).
Le sette menzioni speciali sono state assegnate a:
Gaspare D’Amico, Corporate Responsibility in The sport Industry: the Fc Bayern Munich case study (Scuola di Scienze Umane e Patrimonio Culturale, Università di Palermo – Relatore: Prof. Salvatore Cincimino);
Mariagiovanna Piccolo, Il Nursing avanzato nella complessità di cura (Dipartimento di Medicina Clinica e sperimentale, Corso di laurea in Infermieristica, Università degli Studi di Messina – Relatore: Prof.ssa Maria Caruso);
Giulia Ruggiero, La Csr in Unilever: dal coinvolgimento dei dipendenti alle percezioni dei consumatori (Dipartimento di Economia, Corso di Laurea in Economia e Management, Università degli studi di Roma “Tor Vergata” – Relatore: Prof.ssa Gloria Fiorani);
Giuliana Ruggiero, Csr e Corporate Social Disclosure: l’applicazione del principio di materialità nelle banche italiane (Dipartimento di Economia, Management e Istituzioni, Università Federico II di Napoli – Prof. Mauro Sciarelli);
Roberta Sferrazzo, Il management sussidiario e il benessere lavorativo nell’economia civile (Dipartimento di Scienze Economiche, politiche e delle Lingue Moderne, Università Lumsa – Relatore: Prof. Renato Ruffini).