Recessione economica e crisi d'impresa sono le preoccupazioni principali degli imprenditori italiani, ma due su tre ritengono che quella attuale sarà una crisi momentanea. Tra gli investimenti considerati indispensabili quelli su talento e competenze, tecnologie digitali e sostenibilità. Il Pnrr rappresenta una forte leva ma la burocratizzazione lo rende complicato e poco efficace. Gli investimenti in tecnologia legati al Piano non hanno avuto lo slancio atteso. In questo scenario, che emerge da un'indagine di Ey Private condotta lo scorso marzo su 100 aziende, si aprono oggi ufficialmente le candidature per la XXVI edizione del premio 'L'imprenditore dell'anno', ideato da Ey, rivolto a chi è alla guida di aziende attive da almeno 3 anni, con sede legale in Italia e con un fatturato pari o superiore a 40 milioni di euro. L'anno scorso il riconoscimento principale è stato assegnato a Matteo Lunelli presidente e ad di Cantine Ferrari.
"Da 26 anni questo riconoscimento celebra le grandi storie delle imprese del nostro Paese - spiega il responsabile Italia del Premio Ey L'Imprenditore dell'Anno, Enrico Lenzi -. Proprio il fattore umano è uno degli elementi maggiormente messi in evidenza dagli imprenditori intervistati. Resilienza, talento, competenze e digitale sono le parole d'ordine dell'imprenditoria italiana, nonché le caratteristiche che saranno al centro dell'edizione 2023 dell'imprenditore dell'anno".
"Nonostante il momento storico che stiamo vivendo sia influenzato da eventi straordinari, l'Italia si mostra resiliente e l'imprenditoria del nostro Paese continua a registrare successi marcando una costante crescita - commenta Paolo Zocchi, Ey Private Leader di Ey in Italia -. Secondo il 34% degli imprenditori intervistati, il segreto di questo successo italiano risiede nella forte flessibilità dimostrata dalle nostre risorse nel trovare velocemente soluzioni innovative". Secondo l'indagine, Industria 4.0 e digitalizzazione aziendale sono tra le priorità degli imprenditori: il 25% ritiene fondamentale la formazione in materie digitali per colmare lo skill gap; il 24% vorrebbe ripensare i processi produttivi in ottica sempre più digitale e interconnessa. Per gli imprenditori è inoltre necessario attrarre talenti attraverso percorsi di carriera basati sulla meritocrazia (37%), ambienti di lavoro inclusivi (28%) che prevedano nuovi programmi di welfare per tutti i dipendenti. Una comunicazione centrata sui valori aziendali e temi quali la sostenibilità, gender equality e valorizzazione delle diversità è ritenuta una leva di attrazione soprattutto per le nuove generazioni. Oltre alla flessibilità, circa la metà degli intervistati sostiene che la forza e la possibilità di riconoscere il brand Made in Italy, unitamente alla capacità di rivedere i modelli di business con efficienza e rapidità, siano elementi cruciali per competere a livello internazionale. Per quanto riguarda l'innovazione digitale in forte aumento gli investimenti privati in data management ma il Paese sconta un'arretratezza nelle competenze e nei servizi digitali della pubblica amministrazione.