lunedì 24 giugno 2024
Nel 2023 il 39% degli italiani ha commesso almeno un atto illegale. Diminuiti gli atti di pirateria ma secondo il sottosegretario Barachini "non c'è ancora una percezione del reato né dei danni"
Per quanto riguarda le industrie dei contenuti audiovisivi la stima del danno economico potenziale ammonta a circa 767 milioni di euro (+14% rispetto al 2021).

Per quanto riguarda le industrie dei contenuti audiovisivi la stima del danno economico potenziale ammonta a circa 767 milioni di euro (+14% rispetto al 2021).

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Due miliardi di euro dl fatturato perso da tutti i settori economici italiani a causa della pirateria di film, serie tv ed eventi sportivi live

. E ancora, 821 milioni di euro di danno potenziale stimato sull’economia italiana in termini di Pil e oltre 11mila posti di lavoro potenzialmente a rischio a causa della stessa pirateria audiovisiva.


Questi sono i dati più preoccupanti in termini economici emersi dall’indagine sulla pirateria audiovisiva in Italia nel 2023, elaborata dalla società Ipsos per conto di Fapav, la federazione per la Tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali.
Dall’indagine emerge da un lato «una diffusa consapevolezza di commettere un reato quando si pirata» ha spiegato il presidente di Ipsos, Nando Pagnoncelli, e dall’altro «una scarsa percezione del rischio di essere scoperti e sanzionati». E lascia molti interrogativi aperti anche quel dato sull’incidenza al 45% della pirateria per i ragazzi sotto i 15 anni.

In altre, parole è stato calcolato che nell’ultimo anno quasi un italiano su quattro abbia illegalmente visto dei film, delle serie tv o delle partite di calcio o, più in generale, eventi sportivi in diretta attraverso le cosiddette Iptv, (Internet Protocol Television): con questa sigla s’intende un sistema che permette di guardare i canali televisivi sfruttando il protocollo TCP/IP di una connessione a Internet e spesso viene utilizzato per guardare in modo gratuito canali a pagamento o criptati.

Per quanto riguarda le industrie dei contenuti audiovisivi la stima del danno economico potenziale ammonta a circa 767 milioni di euro (+14% rispetto al 2021).


Nell’ultimo anno le Iptv illecite rappresentano una delle forme preferite da circa 11,8 milioni di italiani per accedere almeno una volta ai contenuti pirata (anche considerando un’incidenza del 23% delle Iptv illegali anche solo in prova/senza abbonarsi), seguono lo streaming con il 18% e il download con il 15%. Tra i contenuti più piratati ci siano i film. In calo la visione illecita di serie tv e fiction con un -14% rispetto al 2022.

Per quanto riguarda lo sport live, a fronte di un’incidenza della pirateria stabile (15%), gli atti crescono rispetto al 2021, ma diminuiscono rispetto al 2022, superando i 36 milioni. Il settore dello sport live, dunque, resta tra i più impattati: nel 2023 si è stimato 11,4 milioni di fruizioni legali perse e un bacino invisibile di persone abbonate ad almeno una Iptv illegale che è in costante crescita e che nel 2023 ha toccato quota 3 milioni e 600mila (+1,3 milioni rispetto al 2021).

«Serve che tutti si schierino contro la pirateria: Presidenti, Dirigenti, Tesserati, perché i tifosi seguono quello che fanno i loro idoli – ha commentato Romano Righetti, General counsel di DAZN Italia –. Questo passaggio insieme alla collaborazione da parte degli intermediari, l’utilizzo dell’indirizzo IP, il rafforzamento delle operazioni fatte dalle Forze dell’Ordine, il sequestro per equivalente insieme alla moral suasion, permetterebbero un contrasto davvero efficace».
Che fare, dunque, per contrastare la pirateria? Secondo Pagnoncelli «è essenziale agire su più fronti: continuare a sensibilizzare il pubblico sulle conseguenze legali ed etiche di questi comportamenti e rafforzare i meccanismi di vigilanza e sanzione». Mentre il sottosegretario all’editoria Alberto Barachini, intervenuto con un videomessaggio all’evento di presentazione dell’indagine dal titolo “Stati Generali della lotta alla pirateria tra legalità, sicurezza e Intelligenza Artificiale”, ha parlato di sostegno alle industrie dell’audiovisivo, della musica o dell’editoria che soffrono altrettanto della pirateria digitale. «La cosa più importante - ha sottolineato - è valorizzare il contributo delle nostre aziende e fare comprendere quanto sia oneroso produrre contenuti di qualità», annunciando che il Governo continuerà con le iniziative di sensibilizzazione, ad aggiornare le norme, a «impegnarsi in maniera determinata, costante e totale».
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