L'autotrasporto andrebbe ringraziato. Alla pari di altri comparti che in questi mesi si sono contraddistinti nel lavoro. I camionisti si sono impegnati, vale la pena di ricordarlo, solo per fare un esempio, per permetterci di trovare gli scaffali dei supermercati riforniti di cibo. Eppure il settore deve fare i conti con settimane negative: 900 milioni di chilometri in meno, 1,8 miliardi di fatturato persi e una denatalità che supera il 30%. Sono i dati Conftrasporto-Confcommercio di marzo aprile raffrontati con lo stesso periodo 2019. Tratteggiano un settore che non ha mai smesso di viaggiare, anche quando, fra il 9 marzo e il 13 maggio, il Paese era in lockdown. Ma un settore che continua a lavorare spesso in perdita, non riuscendo a controbilanciare il viaggio di andata (carico) con quello di ritorno (vuoto). E ancora, da inizio emergenza alcune imprese anticipano i costi, soldi che nella migliore delle ipotesi rivedranno fra mesi, nella peggiore fra un anno, perché sono diversi i committenti che rinviano i pagamenti. Un fattore che allarma gli operatori visto che il trend positivo sui pagamenti degli ultimi 3 anni subisce un brusco peggioramento nei primi mesi del 2020, come denunciato da 2 imprese su 3. Così emerge che quasi il 60% delle aziende ha ormai ammesso la mancanza di liquidità, chiedendo il blocco degli affidamenti bancari. Non va meglio all’occupazione con una perdita in termini di retribuzioni e contributi stimabile in 370 milioni, coperta in parte dagli ammortizzatori sociali. L'analisi inoltre demolisce le tesi che vorrebbero l’autotrasporto in piena salute per il fatto di non essersi fermato. Secondo i dati Conftrasporto rimanere aperti mitiga il tasso di "mortalità" di breve termine delle imprese, ma i cali di domanda riducono la natalità in modo eccezionale. Se la situazione dovesse permanere nel prossimo trimestre, il saldo demografico delle imprese potrebbe avere effetti permanenti sulla tenuta del settore. “In questo periodo è stato riconosciuto il ruolo strategico del comparto del trasporto, a supporto del sistema economico nazionale e della qualità della vita dei cittadini - spiega il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè -. Ma il lockdown mette a dura prova le imprese. Secondo Conftrasporto, nonostante le misure, il Governo non è riuscito a garantire la condizione imprescindibile per ripartire. “Occorre che chi tiene i cordoni della borsa si attivi per garantire la disponibilità concreta e immediata di risorse alle aziende di autotrasporto, facendo sì che i committenti paghino nei tempi previsti, il sistema bancario faciliti l'accesso al credito, la committenza eviti di speculare sulle spalle degli autotrasportatori rivedendo al ribasso le tariffe, e soprattutto che il Governo garantisca forme dirette di finanziamento anche a fondo perduto al settore”, conclude Uggè.
L'indagine di Conftrasporto mette in evidenza la crisi di un settore che, comunque, non si è mai fermato
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