Nadia Calviño, vicepremier per gli Affari economici e ministra del governo spagnolo
«Il Ricovery plan è pronto. La scorsa settimana il premier Pedro Sánchez lo ha presentato al Congresso e la prossima lo approveremo in Consiglio dei ministri per portarlo a Bruxelles. Si basa su 4 cardini: transizione verde, cui andrà il 40% degli investimenti, trasformazione digitale, che avrà un 30%, la coesione sociale e territoriale e l’uguaglianza di genere, che è fra le nostre priorità perché crediamo sia un vettore cruciale di trasformazione e crescita». In un incontro con un gruppo di corrispondenti esteri, la vicepremier per gli Affari economici e ministra dell’Economia Nadia Calviño sgrana i dettagli del piano da 140 miliardi, con cui la Spagna punta a imporre una crescita media di 2 punti l’anno nel 2021-23, a generare 800mila posti di lavoro qualificati e «imprimere un andamento sostenuto sul medio lungo termine ». Ma nega il braccio di ferro con la Commissione Europea sulle tre riforme cruciali di pensioni, sistema fiscale e lavoro, gli obiettivi cui Bruxelles ha condizionato l’esecuzione dei fondi. «Stiamo lavorando al calendario delle mete dei 30 'componenti' del piano, che si articola su 10 'leve' di politica economica, con 20 grandi programmi di mobilità sostenibile, efficienza energetica degli edifici, road map dell’idrogeno verde, spiegamento del 5G», spiega. «Ma è evidente che la riforma fiscale non culminerà nel 2021, anche se abbiamo avviato il dialogo con le parti sociali per chiudere un accordo entro l’anno per un nuovo quadro del lavoro, che accompagnerà la fase di espansione del ciclo prevista dal secondo semestre. L’obiettivo è ridurre la temporalità e la disoccupazione strutturale».
La peggiore evoluzione della pandemia ha portato allo scenario più fosco? La terza ondata ha colpito più della seconda e si è unita agli effetti avversi della burrasca Filomena. Ha ritardato di un trimestre la nostra previsione di crescita. Gli indicatori mostrano un chiaro rallentamento nei primi 3 mesi dell’anno. Per cui abbiamo rivisto l’outlook e prevediamo un aumento del 6,5% del Pil nell’anno e del 7% nel 2022.
Quali sono le priorità della politica economica? Il calendario delle vaccinazioni, per avere il 70% della popolazione immunizzata entro fine estate. Avevamo previsto un’accelerazione nel secondo trimestre ed è in corso. Fino a ieri avevamo somministrato 13,5 milioni di vaccini e ci sono già più spagnoli immunizzati che contagiati. Il secondo fattore di recupero è la stabilità finanziaria mondiale e la ripresa del commercio internazionale e la necessità di mantenere le politiche fiscali e monetarie che sostengano la crescita e l’occupazione. Il terzo fattore è continuare a proteggere il tessuto produttivo per avere una base solida per la ripresa, come stiamo facendo da marzo 2020. La quarta priorità è avviare il piano di recupero con la maggiore agilità ed efficienza possibili. La Spagna si trascina da decenni un insieme di squilibri. Dalla precedente crisi finanziera registra un’importante caduta degli investimenti pubblici e privati. Per questo il Recovery è una grande opportunità.
Mentre Bruxelles vuole mantenere la sospensione delle regole fiscali, ci sono già i primi segnali - dalla Banca di Spagna e anche da Berlino della necessità di un piano pluriennale per ridurre il deficit. Qual è la posizione del governo sull’itinerario di rientro verso le regole di stabilità del patto europeo? Abbiamo espresso la nostra posizione nell’Eurogruppo e nelle riunioni Ecofin, dove dibatteremo a maggio il 'fiscal stand' per il 2022. La posizione unanime è di seguire le raccomandazioni della Commissione europea e mantenere la clausola di salvaguardia durante il 2022, perché in questo momento c’è bisogno che la politica fiscale e finanziaria continuino a dare impulso alla ripresa. Crediamo che in parallelo si debba lavorare alla revisione e modernizzazione delle regole di stabilità fiscale, perché già prima della pandemia erano obsolete e non corrispondevano alla realtà Paesi europei.
Ha appena avuto una riunione in videoconferenza con il suo omologo italiano, Daniele Franco. Avete approfondito aspetti particolari dell’azione sui Recovery plan? Con il governo italiano c’è una stretta collaborazione. Nell’ultima settimana ho avuto scambi con diversi ministri per un confronto di esperienze e punti di vista rispetto alla struttura, le priorità dei nostri piano di recupero e sui progetti su cui Italia e Spagna collaborano. Con il ministro Franco abbiamo parlato anche del programma di stabilità, del percorso di deficit dei nostri Paesi che dovremo presentare a Bruxelles. Ovviamente anche del G20 e approfitto per mettere in luce l’eccellente gestione dell’Italia durante la presidenza. La dinamica delle discussioni è migliorata con il cambio dell’amministrazione americana. Ma credo il governo italiano abbia un’agenda ambiziosa che la Spagna appoggia perché si arrivi a un accordo fiscale entro l’estate. È molto importante arrivare a un’intesa su un’imposizione minima sulle società nell’ambito digital. Noi stiamo promuovendo una carta di diritti digitali e crediamo che al G20 si possa affrontare un dibattito globale per fissare le regole. In questo senso il lavoro della presidenza italiana G20 è eccellente e spero abbia grande successo.