venerdì 27 gennaio 2017
Nel primo trimestre 2016 confermata la tendenza positiva degli stipendi per tutte le categorie professionali
Ancora in crescita il potere d'acquisto
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Prosegue nel primo semestre del 2016 la tendenza alla crescita del potere di acquisto degli italiani, grazie a un generalizzato incremento delle retribuzioni, soprattutto nella componente fissa, maggiore rispetto all'inflazione, rimasta sostanzialmente invariata rispetto ai livelli registrati nel 2015. È quanto emerge dalla 22ma edizione del Rapporto retribuzioni in Italia elaborato da Od&m consulting, società di Gi Group specializzata in hr consulting, a partire da analisi che fanno riferimento a un data base di oltre 400mila lavoratori del settore privato in Italia.

Nel periodo di riferimento, infatti, la rilevazione mostra un lieve incremento della retribuzione totale annua (Rta) per tutte le categorie professionali, con un incremento più marcato per quadri e impiegati e più contenuto per i dirigenti.

A incidere sulla crescita degli stipendi è prevalentemente la componente fissa, mentre quella variabile - nonostante l'allargamento della base dei percettori alle categorie di impiegati e operai - resta
in linea con il dato registrato nel 2015.

In generale, il peso del variabile sulla Rta rimane su livelli piuttosto bassi con valori che oscillano tra il
12,5% per i dirigenti al 2,6% per gli operai, passando per il 7,2% dei quadri e il 3,4% degli impiegati.

Se però si considerano solo i percettori effettivi di variabile, l'incidenza sulla retribuzione totale cresce, attestandosi al 19% per i dirigenti, 13% per i quadri, 9% per gli impiegati e 6% per gli operai. Si allarga ulteriormente il "gap di genere", ovvero lo scostamento tra il livello retributivo di donne e uomini a parità di
inquadramento, coinvolgendo oltre ai dirigenti e ai quadri anche gli impiegati, che nel 2015 avevano registrato una contrazione.

Lo scarto, che varia da un massimo dell'11,4% per i dirigenti (dato più alto mai rilevato), a un minimo dell'8,7% per i quadri, mostra una sola controtendenza rispetto al trend generale: la progressiva riduzione del gap uomo-donna per gli operai, la cui contrazione iniziata nel 2014 ha segnato un 10% (dato più basso registrato nel quinquennio).

Con riferimento alle funzioni aziendali, direzione generale e commerciale/vendite vedono i livelli retributivi
più elevati per dirigenti e quadri, mentre per gli impiegati le funzioni più remunerative sono la produzione e ricerca sviluppo; per gli operai invece l'area meglio retribuita è la manutenzione.

Prendendo invece in considerazione i settori di attività, banche e società finanziarie e abbigliamento-moda offrono le retribuzioni più generose per i dirigenti e quadri, seguite dalle assicurazioni nel caso dei dirigenti e da farmaceutica per i quadri. Gli impiegati meglio retribuiti si trovano invece nell'industria petrolifera,
farmaceutica e siderurgica; questi primi due settori sono i più redditizi anche per gli operai, seguiti dal settore automotive.

Dal punto di vista geografico, il Nord-Ovest continua ad offrire le retribuzioni più elevate a dirigenti e quadri (soprattutto in Lombardia, dove svetta Milano) e impiegati, seguito dal Nord-Est con retribuzioni leggermente inferiori per dirigenti, quadri e impiegati, ma più elevate per gli operai (in particolare in Emilia Romagna). Sud e Isole, seppur con un trend in recupero, si confermano fanalino di coda.

«Il primo semestre del 2016 riconferma la tendenza all'aumento delle retribuzioni già registrata nel 2015. Le
grandi aziende mantengono i livelli retributivi maggiori, ma nelle medie e piccole imprese osserviamo delle dinamiche retributive in miglioramento. A livello di gestione delle politiche retributive questo spesso si traduce in una maggiore diffusione della componente variabile, soprattutto per quanto riguarda impiegati e operai, tra i quali è in aumento la quota di percettori», ha commentato Simonetta Cavasin, amministratore delegato di Od&m consulting.

«Non è un dato positivo, invece, quello riguardante il "gap di genere" che, fatto salvo per gli operai, si allarga - ha concluso Cavasin- per tutte le categorie professionali, raggiungendo per i dirigenti addirittura il valore più alto dell'ultimo quinquennio. A questo proposito è, però, interessante notare come il gap tenda a diminuire tra i percettori di variabile, a dimostrazione di come, nei contesti maggiormente attenti alla performance, il contributo femminile sia maggiormente valorizzato».

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