venerdì 11 ottobre 2024
Il fondatore di Tesla ha lasciato intendere che il futuro sarà dei veicoli robotici a guida autonoma e non ha dato dettagli su una nuova Model 2. Il titolo cede oltre il 5% in Borsa
Elon Musk all'arrivo all'evento di Los Angeles con la "Cybercab" a guida autonoma

Elon Musk all'arrivo all'evento di Los Angeles con la "Cybercab" a guida autonoma - Ansa

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Un robotaxi a guida autonoma chiamato “Cybercab”, basato sull’intelligenza artificiale e in produzione dal 2026 ad un prezzo inferiore ai 30mila dollari. E’ l’ultima scommessa di Elon Musk, il fondatore di Tesla, che ieri sera, in una presentazione molto attesa ai Warner Bros Studios di Los Angeles, ha lasciato intendere che il futuro sarà dei veicoli robotici e non più delle auto di massa low cost. Una scommessa, appunto, perché gli investitori avrebbero voluto molti più dettagli e chiarimenti, soprattutto considerato che Musk non di rado in passato è stato ottimistico sui tempi di produzione delle sue aziende. Il titolo Tesla, che da aprile in poi era salito del 45% proprio dopo le anticipazioni sui robotaxi, ha perso ieri oltre il 5%.

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Musk, però, sembra crederci e si è presentato all’evento di ieri proprio a bordo di un robotaxi con portiere ad ali di gabbiano, senza volante né pedali. Di più, ha sorpreso anche introducendo il prototipo di un robovan, veicolo a guida autonoma in grado di trasportare fino a venti persone. Secondo il fondatore di Tesla, i veicoli autonomi potrebbero essere dieci volte più sicuri di quelli guidati dagli esseri umani e guidare anche molto più a lungo. "Il futuro autonomo è qui - ha detto Musk -. Con l'autonomia, ti riprendi il tuo tempo".

Diversi analisti ed esperti del settore hanno affermato di recente che la realizzazione dei robotaxi potrebbe richiedere anni, in particolare per garantire sicurezza e affidabilità. Hanno evidenziato, inoltre, l’eventualità di incidenti e la difficoltà che la tecnologia ha nel rispondere a scenari come condizioni meteorologiche avverse, incroci complessi e comportamento dei pedoni. Secondo Musk, i suoi “Cybercab” faranno affidamento sull’intelligenza artificiale e sulle telecamere piuttosto che sull’hardware comune tra i rivali dei robotaxi, come il lidar, un approccio che gli esperti hanno segnalato come impegnativo sia dal punto di vista tecnico che normativo.

Per gli utenti usare il Cybercab avrebbe un costo di 20 centesimi al miglio (equivalente a 1,6 chilometri) e la ricarica sarà induttiva, senza bisogno di prese elettriche. Il funzionamento dei robot sarà ancora più economico: 5 centesimi al miglio. “Penso che il costo del trasporto autonomo sarà così basso che lo si può pensare come un trasporto di massa individualizzato”, ha detto Musk. Aspetto non secondario, servirebbe, però, l’approvazione di norme apposite.

Già nel 2019 il proprietario di Tesla si era detto “molto fiducioso” che la sua azienda avrebbe prodotto robotaxi a partire dal 2020. Quest’anno, Musk ha posto molta attenzione sul Cybercab e ha abbandonato i piani per costruire un’auto più piccola ed economica, ampiamente considerata essenziale per contrastare il rallentamento della domanda di veicoli elettrici. Anche ieri la principale delusione per gli investitori è venuta dall’assenza di qualsiasi riferimento a un veicolo elettrico più economico, noto ufficiosamente come Model 2, per rilanciare la gamma Tesla.

Quest’anno Tesla rischia di registrare il primo calo nelle consegne poiché gli incentivi all’acquisto non sono riusciti ad attirare abbastanza clienti per i suoi veicoli. Anche i tagli dei prezzi volti a compensare gli alti tassi di interesse – e la concorrenza delle compagnie cinesi rivali - hanno ridotto i margini di profitto. Negli ultimi anni, Musk ha cercato di convincere gli investitori a valutare l’azienda non come un produttore di veicoli elettrici, ma come un produttore focalizzato sulla guida autonoma e sull’intelligenza artificiale. Le vendite di auto, però, rappresentano ancora l’82% delle entrate totali di Tesla.

Diverse aziende che hanno tentato di entrare nel mercato dei robotaxi hanno subito perdite per miliardi di dollari, costringendone alcune a chiudere i battenti. Waymo, nata nel 2016 da un progetto di Alphabet avviato nel 2009, ha visto una crescita nei ricavi: è passata da 285 milioni di dollari a 365 milioni nel terzo trimestre, grazie all’espansione della sua flotta di robotaxi. Tuttavia, la divisione non è ancora redditizia, con perdite in crescita a 1,13 miliardi di dollari. "Il software Tesla è almeno anni indietro rispetto a Waymo - sottolinea Matthew Wansley, professore alla Cardozo School of Law di New York -. Nessun design appariscente di veicoli cambierà la situazione".

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