Una libreria a Roma, riaperta dopo i mesi del confinamento forzato a causa della pandemia - Ansa/Maurizio Brambatti
A leggere i recenti dati diffusi dall’Associazione italiana editori per il primo semestre 2021, si ha motivo di rimanere piacevolmente sorpresi. Perché, dopo un anno vissuto nella totale precarietà, venire a sapere che il mercato del libro ha registrato un incremento del 42% a valore e anche del 44% a copie (in presenza oltretutto di una diminuzione del prezzo medio dei libri), con una crescita in tutti i canali e in tutti i comparti, è una notizia certamente incoraggiante.
Ci si può però domandare: è un effetto rimbalzo, come gli economisti chiamano la crescita anche di altri settori industriali dopo un lungo anno di pandemia, oppure è l’inizio di un nuovo corso? Non lo sappiamo con certezza; quello che è certo, però, anche se fosse solo un rimbalzo, che non era per niente scontato e che comunque non è un risultato venuto per caso.
Nell’ultimo anno, l’impegno del governo e del ministero per i beni culturali, del parlamento e delle istituzioni, delle associazioni degli editori, dei librai e dei bibliotecari, è stato notevole. Aggiungiamoci pure le giornate di isolamento forzato che hanno favorito una maggior propensione alla lettura e il ruolo determinante assolto dalle librerie online nel procurare ai clienti i libri che in certi periodi non si potevano acquistare nelle librerie fisiche. Queste le ragioni del successo sperato.