venerdì 2 giugno 2023
Gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato e la spirale inflattiva hanno messo in moto il mercato. Gli occupati sono 23,5 milioni
Le donne trainano l'occupazione

Ansa

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La congiuntura economica favorevole si ripercuote anche sull’occupazione. Dopo i dati sulla crescita del Pil e il rallentamento dell’inflazione dall’Istat arriva un’altra buona notizia. Il mercato del lavoro è in espansione da mesi e ad aprile si consolida il trend positivo. A fare da acceleratore da un lato gli incentivi per le assunzioni di giovani e donne, dall’altra l’inflazione che ha generato spinta verso la ricerca di condizioni di lavoro migliori dal punto di vista economico e messo in moto il sistema. Tutti i parametri sono in crescita, ma il dato più significativo riguarda le donne.

Protagoniste indiscusse con 52mila nuovi contratti in un mese (per gli uomini il saldo è negativo per 4mila unità) e 217mila in un anno. Il tasso di occupazione femminile, pericolosamente sceso sotto la quota del 50% durante la pandemia, ad aprile è arrivato al 52,3% con un aumento dell’1,4% a livello tendenziale. Il tasso complessivo di occupazione è salito al 61% grazie ai 48mila occupati in più rispetto al mese di marzo e ai 390mila rispetto ad un anno fa, con un balzo dell’1,7%. Gli occupati toccano la quota record di 23 milioni e 446mila unità. Ai minimi storici, di conseguenza, il tasso di disoccupazione che si ferma al 7,8% con una riduzione dello 0,4% rispetto ad aprile del 2022. Si tratta, sottolinea l’Istituto di statistica, del livello più basso dal mese di giugno del 2009 fatta per eccezione per il bimestre “nero” della pandemia marzo-aprile 2020.

Le persone in cerca di lavoro sono meno di due milioni. Il tasso di disoccupazione giovanile per gli under 24 anni fa un salto all’indietro con una riduzione di 1,4 punti a livello mensile di 4,4 a livello annuo. Significativa la riduzione degli inattivi che oggi sono il 33,6% (in calo dello 0,9% a livello tendenziale) trainata dal calo delle donne e degli over 50. L’Istat segnala infine un aumento dell’occupazione dipendente. Il mercato del lavoro è effervescente e per assicurarsi il personale necessario le aziende fanno più contratti stabili: i dipendenti permanenti in un mese sono cresciuti di 74mila unità e in un anno di 468mila unità. Quelli a tempo determinato invece ad aprile sono 30mila in meno e in un anno ben 149mila in meno. La Cgil fa notare che gli occupati a termine sono comunque tre milioni, senza considerare le altre forme di precarizzazione come part-time involontario e contratti brevi. « Il trend positivo dovrebbe essere accompagnato da azioni per favorire la quantità e la qualità del lavoro. Serve un’azione urgente per contrastare la piaga della precarietà e il lavoro sommerso - ha sottolineato la segretaria confederale Maria Grazia Gabrielli - invece il governo persegue un’altra strada estendendo l’utilizzo dei voucher e le possibilità di ricorso al lavoro a termine » . Segnali incoraggianti invece secondo Confcommercio.

«Anche il mercato del lavoro di aprile aggiunge un tassello alla costruzione del profilo di crescita dell’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno. Nonostante qualche inciampo sulla produzione industriale e una dinamica non brillante dei consumi, si può cominciare a immaginare di superare senza troppe difficoltà l’1% del Pil nella media del 2023. Dalla fine della fase più critica della pandemia, il mercato del lavoro, in linea con una ripresa economica d’intensità imprevedibile e imprevista, ha mostrato costanti miglioramenti » ha sottolineato l’Ufficio Studi. Nel confronto con dicembre del 2019 queste tendenze si sono tradotte in un aumento di 399mila unità ed in una riduzione dei disoccupati e degli inattivi pari rispettivamente a 488mila e 573mila unità. Meno incoraggianti, nonostante un aumento di 71mila unità nell’ultimo anno, i dati sugli indipendenti: al momento sono ancora di 173mila in meno rispetto ai livelli pre-Covid.

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