In Italia solo quattro laureati su dieci sono occupati a un anno
dalla laurea, ma c’è un netto miglioramento dopo cinque anni dal conseguimento
del titolo: non lavorano solo circa due su dieci. Inoltre, oltre sei
neodiplomati su dieci non lavorano a un anno dal diploma (molti perché
proseguono gli studi), mentre a distanza di cinque anni dal diploma lavora
oltre la metà. Questi i dati emersi da una ricerca di Spinlight Pm, società che
opera nella consulenza di carriera.
Nel dettaglio, la ricerca di Spinlight PM rileva dunque
che a un anno dalla laurea il 42,7 per cento dei neolaureati dedica il proprio
tempo alla formazione (a tre anni dalla laurea il 70,6 per cento), il 44,4 per
cento lavora (a tre anni dalla laurea 68,4%), il 26,3 per cento non lavora
(dopo 3 anni il 12,7).
Il 46 per cento dei diplomati, a un anno dal diploma,
invece frequenta un corso di laurea (a 3 anni dal diploma il 41,8 per cento),
il 38,3 per cento lavora (a 3 anni dal diploma il 46,9 per cento), il 15,8 per
cento non lavora (a 3 anni dalla laurea il 11,5 per cento). a 5 anni dalla
laurea il 72,3 per cento dei neolaureati dedica il loro tempo alla formazione,
il 77,4 per cento lavora, il 7,9 per cento non lavora. Il 29,8 per cento dei
diplomati, a 5 anni dal diploma, invece un frequenta un corso di laurea, il
56,8 per cento lavora, il 12,5 per cento non lavora.
"La disoccupazione giovanile assume oggi contorni
nuovi, esito delle contratte opportunità professionali che sempre più orientano
la ricerca di professionalità al talento posseduto, più che al titolo
conseguito”, spiega
Luca Casadio, responsabile per le Marche e per l’Emilia
Romagna di Spinlight Pm. “Cosi, accade che oggi il tessuto imprenditoriale
italiano si orienti alla ricerca di laureati con un profilo accademico coerente
con il proprio progetto professionale, che possa apportare competenze ed
innovazione all'azienda, e non da questa esserne dotato con lunghi e talvolta
improduttivi percorsi di formazione. In questo senso è emblematico che oggi il
concetto di apprendista, che nella genesi giuslavoristica era rivolto al 'garzone di bottega' che apprendeva nel tempo l'arte artigiana del
"padrone", sia rivolto a neolaureati e anche oltre (fino ai 29 anni
d'età!): è evidente che, così, si sia snaturato l'obiettivo delle
Università di dotare i laureati di alte competenze e professionalità. Questo
chiarisce perché, oggi, la laurea non è più garanzia di occupazione più di
quello che non possa garantire il diploma. In un sistema come il nostro che
tende infatti ad appiattire le competenze per uniformarle, contenendo i costi
per favorire l'occupazione, le maggiori opportunità (in termini percentuali)
risultano essere quelle per i neodiplomati. D'altra parte, oggi, se un laureato
non ha un chiaro progetto professionale, una vision coerente del proprio futuro
e un potenziale in termini di talento e attitudine, cosa lo differenzia da un
diplomato? Verosimilmente solo la maggiore età, la minore esperienza e una più
alta aspettativa economica. Il network di esperti del mercato del lavoro di
Spinlight PM è dunque in grado di fornire al neodiplomato le giuste prospettive
per il proprio futuro, cosi come di supportare il neolaureato verso
l'individuazione di quel progetto professionale che lo distinguerà e
caratterizzerà nella propria proposta al mercato del lavoro", conclude
Casadio.