Il simulatore spaziale Acs - Acs
L’ingegneria aerospaziale d’eccellenza made in Italy al servizio di uno dei maggiori laboratori di ricerca scientifica europei. Un connubio di grande livello che si è concretizzato con l’arrivo – via nave – al Rutherford Appleton Laboratory (Ral) di uno dei più grandi simulatori spaziali mai realizzati in Europa.
Con una dimensione interna utile di 7 metri di diametro per 12 di lunghezza ed una gamma di temperature che vanno dai 95.000 ai 400.000 gradi, a realizzarlo è stata una azienda italiana, la Angelantoni Test Tecnhologies (brand Acs), con sede in Umbria, a Massa Martana (Perugia). Il simulatore spaziale è la più grande camera termovuoto di questa tipologia installata in Gran Bretagna ed è destinata ad essere annoverata fra i giganti d’Europa nel settore: servirà a riprodurre a terra le condizioni ambientali presenti nello spazio per poter così testare sonde interplanetarie per missioni scientifiche e satelliti commerciali per l’orbita terrestre.
Il convoglio di camion che trasporta il simulatore spaziale - Acs
Le sezioni della camera sono state poi trasportate con un convoglio di camion dal porto di Portsmouth ad Harwell - presso il National Satellite Test Facility nell’ Oxfordshire - con un trasporto "speciale" su strada. La camera termovuoto realizzata dall’azienda umbra fa parte di una serie di apparecchiature di livello internazionale per test ambientali di payloads e satelliti spaziali – tra cui sistemi per prove di vibrazione, compatibilità elettromagnetiche e misurazione delle antenne – di cui si è dotato il National Satellite Test Facility, diventando così il Centro di Test nazionale di riferimento per le aziende inglesi del settore aerospaziale, con evidenti risparmi di tempi e di costi.
«Questo progetto – spiega il project manager di Acs Massimiliano Sugoni – ha rappresentato una sfida sia dal punto di vista tecnico-qualitativo sia per le tempistiche. Entrambi i requisiti sono stati centrati grazie alla professionalità e all’esperienza del nostro team nel realizzare apparecchiature molto complesse per performance e dimensioni». «Questa straordinaria opera dell’ingegneria e della tecnologia italiana – sottolinea Gianluigi Angelatoni, presidente del gruppo – rafforza la nostra presenza nel settore aerospaziale, iniziata nel 1952 con la prima camera da vuoto e proseguita nel 1988 con il primo simulatore spaziale. Rafforza anche il prestigio italiano nelle tecnologie dello spazio, visto che l’Italia è stato il terzo Paese al mondo a lanciare un satellite in orbita».