giovedì 20 marzo 2025
Che sia una valutazione del benessere troppo soggettiva? Messico e Costa Rica in posizioni alte, perché cura e condivisione hanno un impatto significativo sulla felicità individuale e collettiva
Da una valutazione del benessere così soggettivo è presto spiegato perché la graduatoria premi da sempre i Paesi del Nord Europa: con la Finlandia al primo posto per l’ottavo anno consecutivo

Da una valutazione del benessere così soggettivo è presto spiegato perché la graduatoria premi da sempre i Paesi del Nord Europa: con la Finlandia al primo posto per l’ottavo anno consecutivo

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Ma che cos’è la felicità? E come si può misurare? Un’interrogativo che lascia aperta un’infinità di risposte possibili, a seconda dei parametri presi in considerazione. Ogni anno il World Happiness Report, redatto dall'Università di Oxford in collaborazione con Gallup e con il Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite, stila la propria classifica mondiale, cercando attraverso criteri misurabili e auto-valutazioni delle persone di misurare l’indice di felicità nel mondo. Più precisamente, la felicità viene misurata dalle persone stesse, dando un voto alla propria vita, rispondendo alla domanda: "Immagina una scala con gradini numerati da 0 in basso a 10 in alto. La cima della scala rappresenta la migliore vita possibile per te e la base della scala rappresenta la peggiore vita possibile per te. Su quale gradino della scala diresti di sentirti personalmente in questo momento?".

Da una valutazione del benessere così soggettivo è presto spiegato perché la graduatoria premi da sempre i Paesi del Nord Europa: con la Finlandia al primo posto per l’ottavo anno consecutivo, grazie a una combinazione di fattori, tra cui un’economia stabile, un forte supporto sociale, elevati livelli di fiducia e un sistema di welfare ben funzionante, che porta di fatto a una percezione di un ambiente sociale benevolo e sicuro che contribuisce significativamente al benessere complessivo dei cittadini scandinavi (Danimarca 2°, Islanda 3° e Svezia 4°).

Il nostro Paese si trova al 40° posto.

All’altro estremo della classifica, ci sono Paesi come Libano e Afghanistan, martoriati da conflitti e instabilità politica. Eppure, «nonostante l’entità della sofferenza e dei danni in Ucraina, le valutazioni della vita sono rimaste elevate, supportate ora da un più forte senso di scopo comune, benevolenza e fiducia nella leadership ucraina», si legge nel report di 166 pagine.

Fuori dall’Europa del Nord e dietro i Paesi Bassi, al 6° posto si trova il Costa Rica (passato da 6.955 punti nel 2024 a 7.274 quest'anno, 462 in meno rispetto alla Finlandia): in crescita di sette posizioni rispetto ai risultati del 2024, confermandosi la nazione più felice delle Americhe. Tra i fattori che hanno determinato il risultato ci sono sicuramente il senso di comunità e il sostegno sociale, la salute e l’aspettativa di vita, oltre a un basso livello di corruzione percepita nel proprio Paese e alti indici di generosità e aiuto reciproco.

La cura è “due volte benedetta” perché porta benefici sia a chi la offre che a chi la riceve. In altre parole, la cura e la condivisione hanno un impatto significativo sulla felicità individuale e collettiva, a livello globale: vivere con altri è associato a livelli di felicità più elevati. Ad esempio, condividere i pasti con gli altri ha un forte impatto sul benessere soggettivo, paragonabile all’influenza del reddito e all’impatto della disoccupazione. Questo vale per tutte le età, i generi, i paesi, le culture e le regioni. E questo spiega perché il Messico, Paese del narcotraffico e dove i livelli di violenza sono elevatissimi, risulta comunque al 10° posto.

Resta centrale l’approccio dell’economia civile che come ha scritto l’economista Leonardo Becchetti sulle nostre pagine «può aiutarci a trovare qualche risposta. Il suo punto di partenza è che ciò che rende la nostra vita soddisfacente e 'ricca' è la capacità di attribuirgli un significato forte. Anche se il benessere economico è ovviamente importante la nostra felicità non cresce al crescere dei soldi che abbiamo o dei beni che possiamo consumare. È la nostra capacità di attivare la nostra espressività e le nostre energie verso un fine che può renderci felici e quindi paradossalmente non l’eliminare dall’orizzonte qualunque problema, ma lo sceglierne uno o alcuni facendosene carico per essere generativi, ovvero per contribuire con i nostri sforzi ad accrescere il benessere di altri».

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