Tra gli impegni Esg delle aziende la riduzione delle emissioni di CO2
Una transizione culturale sta portando le aziende italiane ad applicare modelli di filantropia attiva basati sull’agire sostenibile e non soltanto sull’elargizione di fondi. Ad analizzare le tendenze e a metterle a confronto con realtà internazionali la quinta edizione della ricerca Corporate Social Investment e ESG – Global Impact at scale realizzata da Dynamo Academy e Sda Bocconi Sustainability Lab e presentata ieri a Milano. In questa edizione è stato ampliato il campo di indagine analizzando gli investimenti nelle comunità, con particolare rilevanza agli aspetti sociali, e grazie ad una nuova metodologia è stato effettuato un confronto diretto con le analisi del network globale Cecp (Chief Executives for Corporate Purpose), di cui Dynamo Academy è partner. Il campione della ricerca include 213 aziende (il 96% ha un fatturato superiore a 50 milioni di euro), distribuite in vari settori dall’industria manifatturiera ai servizi finanziari. Il campione Cecp è costituito da 134 imprese globali di grandi dimensioni, di cui 23 operanti in Italia.
Le imprese italiane agiscono in modo organizzato quando si parla di sostenibilità: il 59% ha istituito un comitato ad hoc, il 44% redige un piano strategico che nel 67% dei casi si ispira agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Per quanto riguarda gli impegni concreti sotto il profilo ambientale il 45% ha come obiettivo la riduzione nelle emissioni di CO2, e il 33% lo associa ad “un anno target”. A livello globale, il 75% delle aziende ha fissato obiettivi di riduzione nelle emissioni CO2. Con riferimento alla sostenibilità “esterna”, il 78% considera comunità e territorio come effettivi stakeholder di riferimento, e si relaziona con donazioni in denaro, di beni e servizi, progetti e partnership. Gli investimenti complessivi sono 635 milioni di euro, con valore aggiunto medio distribuito per azienda di 3,27 milioni. Si tratta di contributi a associazioni benefiche, ong e istituti di ricerca, fondi a sostegno delle infrastrutture per la comunità, costi diretti dei programmi sociali, inclusi eventi artistici e educativi. Rispetto ai temi di investimento, in pole position sono Cultura e Sport (67%), assistenza sociale (53%), ricerca e sanità (52%), istruzione (48%), coesione sociale (45%). Le erogazioni liberali, con importo totale 103 milioni, sono rendicontate da 58 aziende, le sponsorizzazioni, messe a bilancio da 29 aziende, hanno importo complessivo di 140 milioni. Sono 61 infine le aziende (29%) che hanno costituito una Fondazione erogando complessivamente 78,9 milioni. Per quanto riguarda il volontariato, solo il 22% del campione lo rendiconta, dichiarando di realizzare programmi specifici. Per il campione internazionale, il 57% delle aziende sposa programmi di volontariato aziendale retribuiti. Tra le evidenze dalla ricerca internazionale, si rileva che il 67% delle imprese ha incrementato gli investimenti per il benessere dei dipendenti, soprattutto in termini di Diversità, equità e inclusione, aspetti non indagati in modo diretto nella rilevazione italiana.