martedì 24 gennaio 2023
I gestori: «Campagna diffamatoria contro di noi. Per ogni litro incassiamo 3,5 centesimi. Non siamo speculatori come ci dipinge il governo»
Confermato per oggi lo sciopero di 48 ore dei benzinai

Ansa

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Sciopero dei benzinai confermato nonostante l’appello del governo. I sindacati di categoria Faib Confesercenti, Fegica e Figisc/Anisa Confcommercio chiuderanno i distributori, compresi i self-service, per due giornate dalle 19 (le 22 sulla rete autostradale) di oggi alla stessa ora di giovedì. A scatenare le proteste le nuove norme, considerate penalizzanti dai gestori, che impongono l’obbligo di esporre un cartello con i prezzi medi regionali pena sanzioni salate. Scelte dettate dalla volontà dell’esecutivo di colpire quelle zone d’ombra che speculano sul caro-energia e consentire ai cittadini di scegliere i prezzi più convenienti.

Ma i benzinai non ci stanno a fare la parte dei disonesti. «Il governo continua a chiedere trasparenza – spiegano le associazioni di categoria – e noi l’abbiamo offerta in tutti i modi. Quello che non ci si può chiedere è di autorizzare nuovi adempimenti e nuove sanzioni a carico dei gestori».

I benzinai condannano la campagna diffamatoria a loro carico e replicano affidando le loro motivazioni ad una locandina che sarà esposta nelle stazioni di servizio.«Non sarà quello che vuole imporci il governo ma un altro il cartello che noi benzinai esporremo sugli impianti in occasione del nostro sciopero - ha sottolineato Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti -. Ci rivolgiamo soprattutto ai consumatori i quali devono sapere che non siamo noi gli speculatori. Su 20 euro di benzina erogata ne incassiamo 30 centesimi lordi, pari al 2% del prezzo totale, circa 3,5 centesimi al litro. Non sono i benzinai a stabilire il prezzo e gli aumenti ma le compagnie petrolifere inoltre il margine dei benzinai non aumenta all’aumentare del prezzo di benzina e gasolio ma rimane fisso».

Ai benzinai, è la conclusione dei sindacati, non convengono i rincari perché si traducono in minori vendite come del resto già avvenendo: dalla fine del taglio delle accise all’inizio del mese le vendite alla pompa sono calate del 5%. In difesa del governo, che ha motivato la sostituzione del taglio sulle accise (25 centesimi a litro) con le nuove norme di trasparenza come una misura di equità si sono schierate le associazioni dei consumatori.

Il Codacons annuncia di voler presentare un esposto alla magistratura per interruzione di pubblico servizio, Assoutenti propone un contro-sciopero degli automobilisti invitando gli italiani a non fare rifornimento per due-tre giorni anche dopo la fine dello sciopero.

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