Dopo una lunga notte di mediazione la Cgil è ad un passo dall'accordo per il futuro segretario. Sarà con ogni probabilità Maurizio Landini a prendere il posto di Susanna Camusso che lascia dopo otto anni e il limite dei due mandati. Vincenzo Colla, l'altro candidato in corsa, sarà il vicesegretario. Oltre a Colla vicesegretario ci sarà anche una donna come vice per una questione di equilibrio generale. Molto probabilmente sarà Gianna Fracassi. Colla avrebbe ottenuto anche l’ingresso in segreteria di Emilio Miceli, leader dei chimici.
Salvo sorprese, quindi, oggi sarà eletta l’Assemblea generale che domani eleggerà l’ex leader della Fiom segretario generale della Cgil. Poi Landini proporrà l’elezione della nuova segreteria. Si tratta del 18esimo Congresso nazionale, ieri sera Camusso ha lanciato un appello a Cisl e Uil per "un sindacato confederale davvero unitario". In platea, oltre agli altri rappresentanti del mondo del lavoro, in prima fila i leader di Cisl, Uil e Confindustria, diversi esponenti politici, il Pd in testa con i candidati alla segreteria Maurizio Martina e Nicola Zingaretti. Assente invece il governo. Evitato in extremis il rischio di una spaccatura interna. Lo scenario inedito di arrivare alla presentazione di due liste contrapposte sul direttivo esull'assemblea generale, una che fa riferimento a Maurizio Landini ed una a Vincenzo Colla, è stato appunto evitato dopo una lunga trattativa nella notte. Il futuro segretario generale sarà l'ex numero uno della Fiom, proposto dalla stessa Camusso con il sostegno della maggioranza della segreteria confederale.
All'assise di Bari non partecipa alcun esponente del governogiallo-verde ("Si sottrae, coerente rispetto alla scelta dinegare una funzione di rappresentanza e di dialogo con le parti sociali", attacca Camusso). Arriva invece il messaggio della più alta carica dello Stato: "Nella storia repubblicana il sindacato èstato protagonista nel promuovere e accompagnare la crescita economica e dei diritti dei lavoratori, con piena responsabilità nazionale anche in momenti molto difficili, sapendo unire ilmondo del lavoro al di là degli stessi interessi contingenti", scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Parole apprezzate dal sindacato. Camusso, che ha parlato per un'ora e mezzo senza nascondere la sua emozione, insiste sull'unità: è "l'unica scelta che guarda ad un orizzonte nuovo e non ciriporta al parallelismo, alle componenti di partito, ma chesalvaguarda e rafforza l'autonomia". E parla ai suoi: "Non rinunciamo ad una idea unitaria della Cgil". Appare "ai più incomprensibile perché ora maturi il dividerci a posteriori. Rischiamo che, per dare senso alla duplicazione dei candidati, si dichiarino differenze politiche che non abbiamo visto innessuno dei nostri congressi" che hanno preceduto l'appuntamento nazionale di Bari.
Chi è Maurizio Landini. Nato nel 1961 in provincia di Reggio Emilia, a 15 anni inizia a lavorare come saldatore. Delegato sindacale della Fiom, nei primi anni ottanta diventa funzionario della federazione di categoria, di cui viene poi eletto segretario generale a Reggio Emilia. Poi assume la guida della Fiom regionale e di quella di Bologna. Il passaggio a Roma avviene nel 2005, quando entra a far parte della segreteria nazionale. Dal primo giugno 2010 diventa segretario generale della Fiom. Una settimana dopo la sua elezione, inizia la battaglia con Fiat su Pomigliano prima e Mirafiori dopo. Sotto la sua guida nel 2012 la Fiom si costituisce parte civile nella sentenza da lui definita "storica" che condanna i vertici della Thyssen Krupp. Chiude la sua carriera in Fiom con il rinnovo del contratto dei metalmeccanici il 26 novembre 2016. Lascia la Fiom, per la primavolta in oltre 100 anni, a una donna Francesca Re David. Nel 2015 lancia la Coalizione Sociale, un soggetto politico-sindacale che riceve l'appoggio di numerosepersonalità della sinistra, come Stefano Rodotà, Pancho Pardi, Valentino Parlato, Vittorio Agnoletto, Alfonso Gianni, Gino Strada. Proprio in quell'anno avviene un durissimo botta e risposta tra Landini e Camusso. La segretaria generale chiededi "cancellare qualsiasi ambiguità" sul rapporto con la politica. L'impressione generale è che si trattasse dell'anticamera di una sua discesa in campo. Fino a un anno e mezzo fa quindi nessuno avrebbe immaginato che Susanna Camusso avrebbe proposto Landini come suo successore alla guida della Cgil. Lui, il capo della sinistra interna; che non aveva votato per Camusso segretaria e che, dall’opposizione, aveva bocciato le più importanti scelte della Cgil e aveva e aveva simpatizzato con Matteo Renzi. Poi nel luglio del 2017 la svolta: l'elezione nell'Assemblea generale della segreteria nazionale.