giovedì 28 novembre 2024
La disuguaglianza di reddito, la disoccupazione giovanile e la percentuale di giovani tra la popolazione fattori correlati agli accessi illegali ai contenuti online
Un fermo immagine relativo a un'operazione antipirateria della Guardia di Finanza

Un fermo immagine relativo a un'operazione antipirateria della Guardia di Finanza - ANSA

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L’Italia è il Paese europeo con il minor numero di accessi a contenuti illegali online, davanti a Germania e Romania. Il nuovo studio dell’Euipo (l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale) conferma che la pirateria online nell’Unione Europea si attesta a una media di 10,2 accessi mensili per utente. La metà di tutti gli accessi illegali riguarda contenuti televisivi (cinque accessi al mese in media). È aumentata la rilevanza dei siti di streaming illegale, con una crescita del 10% delle visite a siti web pirata per servizi di televisione via internet (IPTV) nel 2023. Fino all’1 % degli utenti di internet potrebbe essersi abbonato a servizi IPTV illegali in soli due anni.

Secondo il direttore esecutivo dell’Euipo, João Negrão «il panorama digitale è in continua evoluzione, e così anche gli schemi di violazione del diritto d’autore online. È indispensabile affrontare le cause profonde di questo comportamento, che spesso risiedono in un accesso insufficiente a contenuti legali a prezzi abbordabili e nella necessità di una maggiore sensibilizzazione del pubblico sulle conseguenze della pirateria».

L’accesso a musica e pubblicazioni piratate avviene soprattutto con dispositivi mobili. Mentre per accedere a contenuti televisivi illegali, è preferito il pc fisso. La disuguaglianza di reddito, la disoccupazione giovanile e la percentuale di giovani tra la popolazione sono individuati come fattori alla base della pirateria. Un Pil pro capite più alto e una maggiore conoscenza delle offerte legali di contenuti sono associati, invece, a tassi di pirateria più ridotti.

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