Il miliardario Gautam Adani - Reuters
Ammonterebbero già a quasi 55 miliardi di dollari in poco più di una settimana le perdite subite dalla multinazionale indiana Adani Group, dopo che il 20 novembre il presidente del gruppo, Gautam Adani, è stato formalmente accusato di corruzione dalle autorità statunitensi ed è stato spiccato un mandato d’arresto nei suoi confronti. I titoli delle 11 società quotate della galassia Adani - una delle conglomerate più grandi, ricche e politicamente influenti dell’India – da giorni subiscono forti ribassi alla Borsa di Mumbai, mentre il gruppo continua a respingere le accuse arrivate dopo un’indagine del Dipartimento della Giustizia (DoJ) americano e della Security and Exchange Commission (Sec), la Consob a stelle e strisce.
Gautam Adani, 62 anni, è uno degli uomini più ricchi del mondo e l’indagine che lo riguarda rischia di diventare un tallone d’Achille anche per il potentissimo premier indiano Narendra Modi, suo stretto alleato. Le autorità Usa accusano il miliardario e diversi suoi collaboratori, tra cui il nipote Sagar Adani, a capo della Adani Green Energy, di aver orchestrato un complesso sistema di corruzione per ottenere contratti favorevoli nel settore delle energie rinnovabili, con tangenti per 250 milioni di dollari tra il 2020 e il 2024, mirate a influenzare funzionari governativi indiani. Un’attività taciuta a investitori e banche statunitensi coinvolte nei finanziamenti: di qui il coinvolgimento degli organi di controllo Usa.
Nel giugno 2020 la Adani Green Energy si aggiudicò un enorme appalto di sviluppo di energia solare, con un accordo per fornire 8 gigawatt di elettricità a una compagnia elettrica statale indiana. Ma c'era un problema: stando alle autorità Usa, le compagnie elettriche locali non erano intenzionate a pagare i prezzi offerti dalla compagnia statale, mettendo a rischio l'accordo. Per salvare l'affare, Adani, il cui gruppo nel frattempo raccoglieva fondi da investitori negli Usa, avrebbe deciso di corrompere i funzionari locali per convincerli a comprare l'energia elettrica.
Questo resoconto è parte di un dossier di 54 pagine redatto dai procuratori federali Usa contro Adani e sette dei suoi collaboratori e di due denunce civili parallele della Sec, che citano ampiamente messaggi scambiati tra i presunti partecipanti allo schema corruttivo. Nell'agosto del 2021, Gautam Adani avrebbe avuto il primo di diversi incontri con un funzionario nello stato meridionale dell'Andhra Pradesh, a cui avrebbe promesso 228 milioni di dollari in tangenti in cambio del sì delle autorità locali all’acquisto dell’energia elettrica dalla società del suo gruppo. Un sì arrivato poi a dicembre di quell’anno, insieme a quello di altri Stati indiani per contratti minori. Nel frattempo, le aziende di Adani raccoglievano 3 miliardi di dollari in prestiti e obbligazioni attraverso banche internazionali, compresi investitori negli Stati Uniti. In quattro distinte operazioni di raccolta fondi tra il 2021 e il 2024, le società di Adani inviarono agli investitori documenti che indicavano che non avevano pagato tangenti, dichiarazioni che i procuratori ritengono false e che costituirebbero una frode. Adani Group, da parte sua, respinge nettamente le accuse.
Il peso industriale, finanziario e politico di Adani, che oggi si troverebbe in India, è ben noto. Come ben noto è il suo legame con il premier indiano Modi, con cui Adani condivide anche le origini dello Stato del Gujarat. I business del miliardario sono sempre andati in parallelo con l’espansione economica dell’India. Come in Kenya, dove il presidente William Ruto ha appena stracciato appalti per 2,6 miliardi di dollari alla Adani Group dopo la diffusione delle accuse nei confronti del tycoon. Altri Paesi potrebbero presto muoversi nella stessa direzione.