Francesco Scalambrino e Marco Ogliengo, fondatori di Jet HR - Jet HR
Anche la burocrazia, a volte, nasconde belle opportunità. Marco Ogliengo se n’è reso conto abbastanza presto mentre gestiva la crescita di ProntoPro, la startup fondata con la moglie Silvia Wang, una piattaforma che incrocia la domanda e l’offerta di professionisti.
«Quando abbiamo iniziato ad essere un po’ strutturati e avere qualche decina di dipendenti, il disbrigo delle pratiche burocratiche per il personale è diventata un’attività sempre più impegnativa, che toglieva tempo ed energie alla gestione dell’azienda» racconta questo manager 35enne cresciuto a Parma, uscito dall’Università Bocconi, passato per McKinsey, quindi finito a fare il dirigente in un colosso dell’e-commerce in Asia e poi rientrato in Italia per lanciare la sua impresa.
ProntoPro è andata bene comunque (dopo avere raccolto quasi 10 milioni di euro di investimenti si è fusa con la turca Armut) e ha regalato a Ogliengo l’idea per una seconda startup. Dedicata proprio ad aiutare gli imprenditori come lui a non farsi sommergere dalla burocrazia della gestione delle risorse umane. La nuova azienda, creata con Francesco Scalambrino, si chiama Jet HR e propone la gestione digitale, con ampio uso di intelligenza artificiale, di assunzioni, cedolini, pagamenti, note spese, corsi, visite mediche, apparecchiature e ogni altro aspetto burocratico del rapporto impresa-dipendente. Consulenti del lavoro esperti che collaborano con Jet HR intervengono sulle questioni meno di routine. Il cliente tipo è la classica piccola-media impresa, non abbastanza strutturata da avere un responsabile delle risorse umane ma sufficientemente grande da sentire tutto il peso burocratico dell’attività di gestione del personale.
Il modo in cui la nuova impresa di Ogliengo sta entrando sul mercato racconta l’evoluzione dell’ecosistema italiano delle startup. Nonostante la stretta monetaria abbia comprensibilmente frenato il coraggio del settore del venture capital, Jet HR è riuscita a raccogliere ben 4,7 milioni di euro nella fase di pre-seed (che significa “prima del seme” ed è la primissima fase di avvio dell’azienda). È un record, per l’Italia: i principali investitori sono Exor Ventures e l’Italian Founders Fund, affiancati da startupper di successo come Luca Ascani (Lambda Alpha), Dario Brignone e Alberto Dalmasso (Satispay), Luca Ferrari (Bending Spoons),
Dentro questa evoluzione c’è il fatto che ormai anche in Italia c’è un gruppo non troppo esiguo di startupper di successo pronti a finanziare chi ha buone idee e ha dimostrato di saperle trasformare in un’attività che funziona. «Quando ho presentato la mia idea a uno startupper che fa anche il “business angel” gli ho detto: per partire ci serve circa un milione di euro. “Ok, la metà la metto io” mi ha risposto lui. È vero che ero già alla seconda esperienza, ma ho incontrato una facilità nel trovare capitali impensabile qualche anno fa».
La presenza di diverse startup ormai diventate grandi, come Satispay, Scala Pay o Bending Spoon, era forse uno dei tasselli che mancava all’avvio di una una nuova fase di crescita delle società innovative in Italia. «Il contesto delle regole adesso funziona piuttosto bene, la presenza di Cdp Ventures ha un forte effetto trascinamento, la capacità di leggere i progetti da parte degli startupper “che ce l’hanno fatta” è fondamentale» conclude Ogliengo.