Gli italiani sembrano aspettare con ansia la ripresa del mercato del lavoro per rimettersi in gioco: secondo un sondaggio Adecco - agenzia per il lavoro, infatti, solo il 23% degli intervistati si dice soddisfatto della propria situazione professionale, mentre il 77% delle oltre 6.400 persone coinvolte nell’indagine, dichiara di non essere appagato dal proprio lavoro. Risultato? L’insoddisfazione professionale spinge gli italiani a trovare rifugio nella famiglia e nel partner. Il 62% degli intervistati, per esempio, afferma di considerare gli affetti un valore più importante del lavoro, mentre solo il 5,4% considera il proprio impiego la componente più rilevante della sua vita. E alla domanda che cosa è più importante del lavoro, anche gli amici (8%), gli hobby e il tempo libero (7%), lo studio e la formazione (6%) vengono anteposti alla carriera.Eppure il lavoro resta un elemento importante della vita degli intervistati. Innanzitutto per un fattore economico - il 35,3% afferma di cercare nel lavoro serenità e stabilità e perché no la possibilità di togliersi ogni tanto qualche "sfizio" -, ma anche per la propria soddisfazione personale (28,7%). Restano in pochi, invece, coloro che coltivano sogni di gloria: solo il 3% vede nel lavoro la possibilità di raggiungere potere, fama e successo, mentre l’7,6% punta ai "soldi". Ma a pensarla così sono soprattutto gli abitanti delle regioni del Nord o del Sud Italia? Resterà deluso chi si aspetta che ci sia una divergenza d’opinione: dalla Valle d’Aosta alla Sicilia passando per il Lazio e l’Umbria, gli italiani la pensano allo stesso modo. Dai risultati dell’indagine, infatti, non emergono grosse differenze e un italiano su quattro si definisce non appagato dal lavoro e vicino alla famiglia a Milano, come a Palermo. A sostegno di questa indagine anche un innovativo modello di analisi dei rapporti professionali elaborato dallo psicologo Arnold Bakker e appena pubblicato sulla rivista
dell'Association forPsychological Science. Secondo questo studio, la qualità del lavoro non cade dall'alto, ma è il prodotto di un ambiente ricco di risorse che a sua volta rende più produttivo il lavoratore. Per Bakker il posto di lavoro ideale è la perfetta alchimia tra diversi ingredienti, che includono il supporto di azienda e colleghi, la gratificazione personale, ma soprattutto autonomia, varietà e crescita. Un mix che innesca un circolo virtuoso: l'impiegato inserito in un sistema più gratificante diventa più incline ad aumentare il suo impegno e la sua produttività. Senza dimenticare, scrive Bakker, «che impegno e prestazioni di alta qualità sono maggiori quando le esigenze professionali sono più elevate».