«Vorrei poter avere cibo a sufficienza ed essere in grado di andare a scuola un giorno». Anno 2002: durante una delle ripetute carestie in Malawi, in quell’Africa sub-sahariana in cui per troppe persone poter avere un pasto sicuro non è la norma, il piccolo Edward affida le sue speranze a un allevatore scozzese di salmoni, Magnus MacFarlane-Barrow. Qualche anno prima, Magnus aveva già cominciato un’intensa attività di volontariato, ma sono le parole di Edward, la cui madre stava morendo di Aids, a ispirargli il senso più profondo di un nuovo impegno. Un pasto e la possibilità di andare a scuola, questo aveva chiesto quel bambino. Parte così proprio dal Malawi, con 200 pasti al giorno serviti in una scuola grazie al volontariato della comunità locale e alle donazioni che Magnus riesce a intercettare, un modello di sostegno che va avanti ancora oggi e che nel tempo si è moltiplicato con numeri importanti.
L’idea è semplice, ma in alcuni contesti non scontata: servire un pasto nutriente a scuola non solo consente di contrastare l’insicurezza alimentare, ma incentiva anche la frequenza scolastica. In troppi Paesi poveri, infatti, i genitori non riescono a sfamare i propri figli: mandandoli a scuola, dove avranno un pasto sicuro, il risultato sarà quindi duplice. È l’intuizione alla base di Mary’s meals (i pasti di Maria), la onlus che Magnus fonda per dar vita al suo intervento e che fin dal nome dedica, da cattolico qual è, alla Vergine Maria. Oggi il progetto riesce a servire in sedici Paesi oltre 2,5 milioni di pasti ogni giorno agli alunni nei contesti più poveri. Un impegno che Marys’ meals riesce a sostenere tramite fundraising e donazioni, con una rete importante anche in Italia.
Il Malawi resta tuttora il Paese in cui l’impegno è maggiore, con oltre un milione di bambini raggiunti quotidianamente, grazie a decine di migliaia di volontari delle comunità locali che offrono il loro tempo per preparare e servire nelle mense pasti nutrienti. È soprattutto grazie al loro impegno che all’Ong bastano appena 22 euro per nutrire un bambino per un intero anno scolastico, in un contesto tra i più duri nella lotta alla fame, con 600mila bambini a rischio malnutrizione. Intervenire contro la malnutrizione è fondamentale anche per lo sviluppo intellettivo dei più piccoli: vari studi ne hanno dimostrato l’importanza.
Oltre che in diversi Paesi africani, Mary’s meals opera poi in India, Yemen, Siria, Ecuador, Haiti. Prima ancora del Malawi, erano state le immagini delle sofferenze delle vittime della guerra in Bosnia, nel 1992, a scuotere l’allora 34enne Magnus. Dopo aver organizzato nella sua Argyll una raccolta di generi di prima necessità da portare in Bosnia-Erzegovina insieme al fratello, Magnus aveva scoperto, al suo ritorno, che quella catena di solidarietà non si fermava più: continuavano, insomma, ad arrivare nuovi rifornimenti per un’iniziativa nata quasi per caso. Il bene, insomma, si autoalimentava. Proprio come accaduto e continua ad accadere oggi per Mary’s meals, un modello e uno straordinario messaggio di speranza e di altruismo.
Mary’s Meals non si limita a servire zuppa d’avena calda ai bambini in fila a scuola, che consumano così spesso è l’unico pasto della loro giornata. L’organizzazione sostiene anche i loro genitori e intere comunità acquistando il cibo localmente. «Costruiamo e organizziamo un magazzino e una cucina nella scuola – ha spiegato il fondatore dell’Ong –. Poi è responsabilità della comunità locale organizzare i volontari, cucinare e servire i pasti ogni giorno, questa è una parte fondamentale di questo modello». Magnus, che oggi ha 67 anni e continua a visitare i Paesi in cui la sua organizzazione interviene, ha sottolineato di recente che «viviamo in un mondo che produce abbastanza cibo per tutti», ma che vede decine di milioni di bambini soffrire di malnutrizione o non frequentare una scuola. «L’obiettivo di far consumare ogni giorno un pasto a scuola a ogni bambino è del tutto possibile – è ancora la sua speranza – . È uno scandalo che non sia già accaduto».