mercoledì 22 febbraio 2023
Negli alberghi una lunga lista di progetti. Al Flora il restyling del ristorante basato sulla ricchezza della tradizione regionale italiana
L'albergo Flora

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Il rilancio di via Veneto, storico sfondo della “Dolce vita” che fu, passa oggi per i suoi hotel, che furono al centro di quegli anni spensierati e “da prima pagina”, e per gli investimenti a essi connessi. Un tema, quello del rilancio, che rappresenta una sfida anche per l’amministrazione capitolina del sindaco Gualtieri, che ne sta discutendo da tempo fra progetti di pedonalizzazione “temporanei e sperimentali” e applicazione di quel limite di velocità a 30 km/h al centro di forti polemiche pure a Milano. Già una passeggiata per la via rende l’idea di un cantiere in piena attività. Nuovi hotel dovrebbero partire entro 2-3 mesi, come il Nobu di proprietà della star di Hollywood Robert De Niro e il Rosewood ospitato nella storica sede della Bnl, che dovrebbe aprire i battenti nel 2024, Nella via è prevista anche la nuova sede romana di Deloitte, storica casa di revisori contabili, destinata a ospitare 1.600 dipendenti nel 15mila metri quadri presi in locazione.

Chi è già avanti nei progetti è il Grand Hotel Rome Marriott Flora di proprietà dei Naldi, storica famiglia dell’hotellerie napoletana da ben 4 generazioni, che alla classica atmosfera elegante abbina ora il restyling del suo ristorante, meta privilegiata con affaccio sullo scorcio iniziale di via Veneto, lato villa Borghese. Il locale gourmand, situato al piano terra di questo che un tempo fu la casina di caccia della famiglia Ludovisi, accoglie l’ospite con l’eleganza di una sala dai toni verdi che, con un design dalle linee pulite, può accogliere circa una quarantina di coperti. «Il concetto che perseguiamo – racconta il general manager dell’hotel, Achille Di Carlo – è quello di un “lusso accessibile”, per questo abbiamo creato un ambiente pienamente confortevole in cui concedersi un aperitivo, un pranzo veloce o una cena più rilassata, mentre si apprezzano le eccellenze del territorio con una spiccata impronta italiana e mediterranea». Queste suggestioni sono presenti nella proposta gastronomica rilanciata dallo chef napoletano Massimo Piccolo – dal 2000 nella brigata del Flora e da cinque al timone della cucina (mentre il bar è affidato ad Alessio Mercuri) – con una carta ricca di richiami regionali. Preparazioni essenziali e riconoscibili per la clientela, turistica e non, come gli spaghettoni Mancini ai tre pomodori, apparentemente semplici, ma che nascondono una grande complessità nella scelta meticolosa delle tre tipologie di pomodoro (datterino, pachino e piennolo), così da bilanciarne acidità e dolcezza; o nella zuppetta con lenticchie di Castelluccio di Norcia Igp e calamaro scottato. Una cucina che diventa un viaggio di conoscenza per lo straniero, ma anche per il cliente nostrano. Soltanto una tappa nel percorso di via Veneto, pronta a scrivere altre pagine della sua storia.

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