Fabio Plebani, Country manager di Idealo Italia
Dal punto di vista dell’e-commerce, il settore rappresenta a livello mondiale circa il 9% del totale delle vendite al dettaglio; sappiamo anche che le vendite al dettaglio offline stanno vivendo un momento di importante recessione, quelle online, invece, sono in forte crescita. Si crede che in pochi anni potrebbero rappresentare il 25% dell’intero mercato.
«Per un’azienda, quindi, non investire in questo settore significherà perdere in media un cliente su quattro - spiega Fabio Plebani, Country manager di Idealo Italia -. Per quanto riguarda la realizzazione di una buona attività che punta in generale all’economia digitale vale la regola “investire per vincere”. E l’investimento deve essere fatto sia sulle strutture tecniche, sia sulla presenza di figure professionali preparate ed adeguate. Moltissime aziende, in un modo o nell’altro, hanno ormai compreso che il futuro è nell’economia digitale. Da qui la crescita continua della richiesta da parte delle società di figure professionali legate al digitale e alle nuove tecnologie».
La domanda per le professioni digitali è in costante aumento, in Italia come nel resto del mondo, e va di pari passo, per quanto riguarda le specializzazioni, con la costante evoluzione delle tecnologie. A livello generale, il settore dell’Ict (Information and Communications Technology) si concentra oggi su figure professionali come business analyst e specialisti di big data, gli esperti di cloud o i professionisti nello sviluppo e nella strategia dei servizi. C’è molto fermento anche per tutto ciò che riguarda lo studio e il progresso nei settori Internet of Things, robotica, domotica e intelligenze artificiali. Senza dimenticare il versante sicurezza, legato alla protezione dei dati con la cyber security, un’area che sta diventando sempre più importante, visti i tanti attacchi hacker recenti e l’entrata in vigore nel maggio 2018 del “Gdpr - General Data Protection Regulation”. I profili richiesti in tutti queste aree digitali sono poi via via più particolareggiati, a seconda dello specifico settore di riferimento.
«Dando uno sguardo alle posizioni aperte al momento in Idealo, oltre 50 - continua il manager - salta subito all´occhio che una buona parte di esse riguarda la ricerca di sviluppatori software, ma anche di designer UI (User Interface) e UX (User Experience). Oggi si registra un’enorme mancanza di sviluppatori nel mercato del lavoro, tanto che le aziende fanno a gara per riuscire a trovarli. Grande attenzione è rivolta anche a tutto ciò che è content management, quindi tutto ciò che riguarda la catalogazione dei prodotti, la loro descrizione e i contenuti dei vari portali di idealo. Poi ci sono posizioni che potremmo definire “evergreen” come, ad esempio, quella del sales manager. idealo è una multinazionale presente in sette paesi del mondo (Italia, Germania, Austria, Francia, Spagna, Regno Unito e India), quindi la conoscenza di diverse lingue ha un ruolo fondamentale per lavorare in una realtà come la nostra in qualunque incarico. Oltre alle conoscenze tecniche necessarie per lo svolgimento del lavoro per il quale ci si presenta, prestiamo particolare attenzione ad un aspetto: cerchiamo di capire quanto un candidato sia “fit”, ovvero come potrebbe adattarsi nel lavoro e nella relazione con un team già operativo e avviato. Un esempio: uno degli step dei colloqui in idealo è un incontro collettivo con tutto il futuro team del candidato, generalmente si tratta di un pranzo o di un momento informale. Ricerchiamo persone che abbiamo grande iniziativa, che siano pronte a mettersi in discussione in maniera critica, ma sempre costruttiva. Persone che si accontentano o che svolgono in maniera sistematica il loro lavoro non sono adatte al nostro ambiente, che si qualifica per un approccio particolarmente dinamico e costantemente in crescita. Gli “idealos”, come ci chiamiamo amichevolmente al nostro interno, sono sempre pronti a guardare oltre e ad andare al di là dei propri limiti: è anche grazie a questo tipo di approccio che restiamo leader di mercato».
Il consiglio di Plebani per chi si sta formando o affacciando al mondo del lavoro oggi è quello di «essere sempre pronti a reinventarsi, anche più e più volte, di non smettere mai di imparare, di formarsi e di essere curiosi. L´Università è sicuramente una buona base di partenza, insegna ad organizzarsi e ad essere strutturati, ma è distante dal mondo del lavoro. Nessuna Università insegna davvero a diventare o a essere un country manager o un content team leader. Università tecniche a parte, difficilmente uno studente farà davvero nella vita quello per cui ha studiato; negli anni le persone cambiano, si aprono a nuove esperienze, intraprendono nuovi percorsi prima inesplorati. È importante scegliere l´università che si reputa migliore, ma non bisogna rimanere ancorati alle proprie materie o alle proprie specializzazioni. Quando poi si inizierà la ricerca vera e propria di un lavoro, quello che suggerisco è di non avere come primo obiettivo il guadagno, quello arriverà, si spera, col tempo; è importante cercare un lavoro che possa sviluppare idee, aspirazioni e capacità, che sia una sorta di “scuola professionale”. La migliore Università che si possa frequentare è quella offerta dalla prima esperienza lavorativa. Un altro consiglio che do sempre ai miei “mentee” è quello di levare le ancore e rivolgere la loro attenzione anche oltre confine. Siate pronti a muovervi verso le grandi aziende, che non solo offrono più lavoro, ma offrono anche programmi di formazione e approfondimento che permettono di conoscere e vivere i diversi dipartimenti di una società. Chi magari aspira al mondo del marketing potrebbe scoprire di essere un sales manager nato… L’importante è avere la capacità e il coraggio di lasciarsi sorprendere, anche da se stessi».
Per maggiori informazioni e l'invio del cv a: www.idealo.it.