martedì 7 marzo 2023
I Consorzi di tutela hanno chiuso il secondo anno di attività del progetto triennale Eeqf-Enjoy European Quality Food
Il progetto presentato all'Associazione stampa estera a Roma

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I prodotti tipici locali sfidano la transizione ecologica e digitale. I Consorzi di tutela Asti Docg, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, Vino Nobile di Montepulciano Docg, Provolone Valpadana Dop, Olio Evo Dop Terre di Siena, Mozzarella Stg, assieme a Federdoc e Origin Italia, hanno chiuso all'Associazione stampa estera a Roma il secondo anno di attività del progetto triennale Eeqf-Enjoy European Quality Food. Eeqf prevede l'attività di promozione e sensibilizzazione in quattro Paesi europei - Italia, Spagna, Germania e Polonia - sino a marzo 2024, con varie tipologie di iniziative: presentazioni a stampa, influencer, istituzioni; degustazioni; seminari e workshop presso il settore Horeca, la grande distribuzione, il consumatore finale. L’evento romano ha previsto una tavola rotonda con un confronto sui temi di attualità del settore, la presentazione dei Consorzi assieme alla narrazione dei territori, all’esperienza di assaggio dei prodotti a freddo e in abbinamento con un menu dedicato. Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia, Elvira Bortolomiol, consigliere di Federdoc e Libero Stradiotti, capo progetto Eeqf si sono confrontati in una tavola rotonda moderata da Adua Villa, giornalista, sommelier e divulgatrice enogastronomica dal titolo Il made in Italy a tavola tra identità territoriale, sostenibilità e mercato: sfide e opportunità del settore. I relatori hanno illustrato dati di produzione e prospettive spiegando il ruolo dei Consorzi nell’ambito del controllo della qualità e delle certificazioni, l’Italian sounding e con un focus sull’urgenza della transizione ecologica e digitale del settore. Secondo una recente analisi di Coldiretti, lo scorso anno sono stati spesi nel turismo enogastronomico del Belpaese quasi 30 miliardi di euro, diventati la voce principale del budget della vacanza in Italia con oltre un terzo della spesa destinato alla tavola. L’Italia è ormai leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più "verde" d’Europa. Sono infatti almeno 5.450 le specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 le specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg. Con circa 86mila aziende agricole biologiche. «Il progetto Eeqf - spiega Stradiotti - consente di aumentare in Italia e in Europa conoscenza sui prodotti certificati e consapevolezza sulle loro valenze. Cibi e vini a denominazione di origine significano un marchio europeo assegnato a quegli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono dal territorio in cui sono prodotti ma anche da fattori umani che, combinati insieme, consentono di ottenere un prodotto inimitabile al di fuori di una determinata zona produttiva. Affinché un prodotto sia Dop le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire in un’area geografica delimitata. Chi fa prodotti Dop deve attenersi alle rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione e il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di controllo indipendente». Sono 319 i prodotti italiani Dop, Igp e Stg con un valore della produzione pari a 7,97 miliardi di euro, di cui 4,4 miliardi relativi all’export. I produttori della filiera alimentare Dop, Stg e Igp sono 86.601, di cui 167 sono Consorzi di tutela riconosciuti dal Masaf-Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. «Il settore - sottolinea Baldrighi - ha necessità di ricevere risposte in tempi rapidi dalla riforma europea sulle indicazioni geografiche in un contesto di profondi cambiamenti quali le emergenze legate ai costi dell’energia, delle materie prime e delle condizioni climatiche. Questo anche per impostare uno sviluppo sostenibile di lungo periodo e per affermare la crescita del sistema agroalimentare italiano attraverso la cultura della qualità, della certificazione, dello sviluppo sostenibile dei territori». Secondo i dati Istat, la crescita delle esportazioni di vino italiano, in riferimento ai primi dieci mesi del 2022, ha raggiunto un valore pari a 6,52 miliardi di euro, segnando un aumento percentuale dell’11%, il 2% in più rispetto al medesimo periodo del 2021. «La crescita - conclude Bortolomiol - è stata raggiunta malgrado le difficoltà economiche in cui versano i produttori a causa dell’attuale situazione geopolitica. Merito del rapporto di fiducia, costruito nel tempo, con i consumatori di tutto il mondo a cui garantiamo, con il nostro sistema a Do, l’origine, la tracciabilità e la qualità dei prodotti offerti sul mercato. Le Denominazioni di origine hanno da sempre avuto un ruolo chiave per l’economia del settore vino e per le imprese italiane innalzando con la loro eccellenza la competitività del nostro Paese. Dobbiamo unire le forze per mettere in campo strategie comuni di comunicazione volte ad indicare e promuovere forme di consumo responsabile dei nostri prodotti mettendo a disposizione dei consumatori tutte le informazioni veritiere e necessarie alla creazione di una corretta abitudine alimentare. Seguendo questa via rafforzeremo il rapporto di fiducia e metteremo al bando tutte quelle condotte lesive, dettate dagli eccessi, che non ci appartengono e che ledono la salute di tutti noi».




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