sabato 2 dicembre 2023
L’invecchiamento della popolazione è uno dei macrotrend più forti. Si investe su farmaci, sanità e robotica
I fondi puntano sull'economia degli anziani
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Si è aperta la caccia ai consumatori dai capelli bianchi. E un esercito di nuovi “nonni” è finito nei radar dei grandi investitori internazionali. L’invecchiamento della popolazione non è infatti soltanto una sfida per alcuni dei maggiori sistemi economici mondiali: è anche un'opportunità di business, come è facile immaginare, e un vero e proprio tema d’investimento per chi ama diversificare in cerca di rendimenti stabili nel tempo. Fra i grandi mutamenti che potrebbero trasformare il mondo, il cambiamento demografico è considerato un megatrend per eccellenza ossia un processo destinato a svilupparsi sul lungo periodo in maniera apparentemente irreversibile. Anticiclico, e cioè in grado di evolversi indipendentemente dai cicli economici, dunque una scommessa meno rischiosa per chi investe. Non stupisce pertanto che abbia dato luogo a un giro d'affari che nel corso degli anni è cresciuto a tambur battente; e a un’industria detta Silver Economy (economia d'argento) che secondo le ultime stime vale qualcosa come 15.600 miliardi, più del Pil della Cina, la seconda potenza economica mondiale. Un sistema che fa perno sul comparto della salute, ma è orientato anche a quei settori dove i consumatori senior hanno più soldi e tempo da spendere, come viaggi, benessere e intrattenimento, persino social network, mentre già si ragiona sulle possibili applicazioni dell'intelligenza artificiale, spianando la strada ai robot per rimpiazzare il gran numero di lavoratori in età da pensione.

Sui mercati finanziari sono nati appositi panieri di titoli esposti all’invecchiamento della popolazione (tra questi un indice Stoxx, il gruppo che fa capo a Deutsche Boerse) e fondi che si propongono di replicarne l'andamento (particolarmente attivo su questo fronte il colosso americano BlackRock, con i suoi Etf iShares). La tendenza però è in costante evoluzione. Incrociando le statistiche dell’Onu con quelle di altri organismi internazionali, emerge infatti che la quota globale di persone con più di 60 anni raddoppierà dall'11% del 2011 al 22% del 2050. A livello regionale si registrano differenze significative. Se in Africa la percentuale di persone con oltre 65 anni di età è attualmente del 3%, la quota sale al 17% nel Nord America e al 19% in Europa. Ma dove puntano gli investimenti? « I titoli del settore healthcare sono tra i maggiori beneficiari di questo megatrend – spiega Tilo Wannow, portfolio manager del fondo Oddo Bhf Polaris Balanced –. Per fare un esempio, la società farmaceutica danese Novo Nordisk è recentemente diventata la più importante in Europa a livello di capitalizzazione di mercato, soprattutto grazie alla rapida crescita delle vendite del farmaco per la perdita di peso Wegovy». Gran parte dell'innovazione di questi tempi proviene anche da aziende biofarmaceutiche che utilizzano componenti derivati dall'utilizzo di sostanze biologiche, i cosiddetti “biologici”. Spiega Wannow: « I farmaci ottenuti con questi processi acquisiscono sempre maggiori quote di mercato rispetto ai farmaci prodotti chimicamente. È possibile però approfittare della tendenza a una maggiore innovazione nel settore healthcare anche senza investire specificamente in società farmaceutiche o biotecnologiche. Ad esempio, se si vogliono evitare i rischi legati agli studi clinici, è possibile investire in azioni del settore life science che forniscono componenti o attrezzature per la ricerca e l'industria farmaceutica. Ne sono un esempio Thermo Fisher e Stryker».

Aumenta anche il peso della tecnologia, in campo sanitario ma non solo. Secondo uno studio della Rome Business School la spesa in AgeTech crescerà a 2mila miliardi di dollari entro il 2025. «Stiamo assistendo a un cambio di paradigma, dalla Silver Economy alla Longevity Economy, che abbraccia a 360° la salute fisica, mentale, sociale e finanziaria di una società che si prepara a vivere a lungo» scrivono i ricercatori dell'ateneo. Alla questione dell’invecchiamento si lega direttamente il problema della carenza di forza lavoro. Spiega ancora l’analista di Oddo Bhf Am: «Già oggi, per molte aziende è impossibile coprire tutti i posti vacanti. Una maggiore automazione (software, robot, ecc.) può potenzialmente risolvere il problema. Di conseguenza, ci aspettiamo un aumento della domanda di soluzioni IT, software e infrastrutture cloud che aiutino le aziende a rendere più efficienti le proprie attività. Tra questi, le aziende di software, i principali fornitori di cloud e i produttori di semiconduttori». I cosiddetti “silver agers” hanno inoltre abitudini di consumo diverse rispetto ai giovani: «Le aziende specializzate nel soddisfare le loro esigenze potrebbero trarne vantaggio. Tra queste, ad esempio, le aziende del lusso che si rivolgono specificamente a questo gruppo target, dato l'elevato reddito disponibile dei consumatori anziani e facoltosi».

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