Luca De Meo. presidente di Acea - .
E' lo spettro del passaggio della normativa sulle emissioni dall'attuale Euro 6 all'Euro 7 - molto più della contrastata prospettiva dello stop alla vendita delle vetture termiche dal 2035 - il vero incubo per il mondo dell'automobile. In vista del vertice del Consiglio europeo di questa settimana, in cui i leader dell'UE affronteranno la questione della competitività industriale, l'Associazione europea dei produttori di automobili (Acea) ha ribadito il suo invito ad accelerare l'azione per garantire la base industriale del continente durante la transizione verde.
Intervenendo oggi in audizione al Parlamento Europeo a Bruxelles, il Presidente Acea e amministratore delegato del Gruppo Renault, Luca de Meo, ha sottolineato che “l'Europa e la sua industria automobilistica sono a un punto di svolta. Le sfide sono enormi, così come la pressione sull'industria automobilistica. Oggi, i produttori di veicoli stanno affrontando una sfida molto asimmetrica. Non siamo più in testa alla corsa tecnologica. Allo stesso tempo, mentre gli incentivi all'acquisto di veicoli a zero emissioni diminuiscono nell'UE, notiamo un massiccio sostegno ai nostri concorrenti in Cina e negli Stati Uniti. Tutto questo sta accadendo in un contesto in cui la competitività europea complessiva si sta erodendo”.
Il direttore generale di Acea, Sigrid de Vries, ha spiegato che "una delle principali sfide per il settore automobilistico negli ultimi anni è stata l'enorme volume di nuove normative, che vanno dalla riduzione delle emissioni di CO2 dallo scarico all'incorporazione della sostenibilità e dei criteri di due diligence nel settore automobilistico e la relativa legislazione. E mentre la legittimità di queste iniziative non è in discussione e l'industria investe molto per raggiungere i propri obiettivi, l'Europa può e dovrebbe fare di meglio affinché la legislazione sia coerente, realizzabile e competitiva in un contesto globale".
"La recente proposta Euro 7 sulle emissioni inquinanti - sostiene Acea - è un ottimo esempio di un regolamento che aggiungerà complessità e incertezza alle decisioni chiave e agli investimenti dei produttori di veicoli europei, senza portare i benefici ambientali che afferma di offrire". Secondo i costruttori, lo standard Euro 6 in vigore oggi, insieme all'aumento dei veicoli elettrici, ha il potenziale per fornire una riduzione dell'80% delle emissioni di NOx entro il 2035 rispetto al 2020. La proposta Euro 7 porterebbe invece al massimo 4 punti percentuali aggiuntivi per le auto e 2 punti aggiuntivi per i camion. Questo impatto marginale avrebbe un costo elevato: Acea stima che la proposta Euro 7 comporterebbe un aumento medio di 2.000 euro del prezzo di ogni auto nuova. Ciò significa che molte persone sarebbero costrette a prolungare la vita delle loro vecchie automobili, con un effetto controproducente sull'ambiente e sul clima.
"Poiché il rinnovo della flotta è lo strumento più potente per ridurre sia le emissioni di CO2 che quelle inquinanti, dovremmo cercare altri modi per accelerarlo", ha affermato de Meo. “Dobbiamo anche considerare ulteriori opportunità, utilizzando gli strumenti giusti e agendo dove ha senso. Per la qualità dell'aria, dovremmo concentrarci sulle grandi aree urbane, rispettando i principi di sussidiarietà e proporzionalità. Il nostro messaggio ai responsabili politici dell'UE è che è possibile migliorare la qualità dell'aria, ridurre l'impatto climatico e mantenere la competitività tutto in una volta. Siamo pronti a lavorare insieme per trovare i percorsi migliori per raggiungere questi obiettivi”.