Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva - Reuters
"La povertà e la fame potrebbero aumentare ulteriormente, una tendenza pericolosa che è stata avviata dalla crisi di Covid". A sottolinearlo è il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, nell'intervento in vista degli Spring Meetings, gli incontri di Primavera del Fmi e della Banca Mondiale in agenda la prossima settimana. "Per i Paesi a basso reddito, l'aumento dei costi di finanziamento arriva in un momento di indebolimento della domanda per le loro esportazioni. E vediamo che la crescita del loro reddito pro-capite rimarrà inferiore a quella delle economie emergenti. Questo è un duro colpo, che rende ancora più difficile per i Paesi a basso reddito recuperare terreno", ha osservato il numero uno del Fondo.
"Le azioni di politica monetaria e fiscale forti e coordinate degli ultimi anni hanno evitato un esito molto peggiore. Ma con l'aumento delle tensioni geopolitiche e l'inflazione ancora alta, una ripresa robusta rimane sfuggente. Questo danneggia le prospettive di tutti, soprattutto delle persone e dei Paesi più vulnerabili", ha aggiunto Georgieva. "Secondo le nostre proiezioni – ha proseguito - la crescita globale rimarrà intorno al 3% nei prossimi cinque anni, la nostra previsione di crescita a medio termine più bassa dal 1990 e ben al di sotto della media del 3,8% degli ultimi due decenni. Questo rende ancora più difficile ridurre la povertà, sanare le cicatrici economiche della crisi di Covid e fornire nuove e migliori opportunità a tutti".
"Non ci può essere una crescita robusta senza stabilità dei prezzi e stabilità finanziaria. E di questi tempi, entrambe necessitano dell'attenzione dei responsabili politici", ha sottolineato il direttore generale del Fmi, secondo cui "le banche centrali dovrebbero continuare a utilizzare i tassi d'interesse per combattere l'inflazione, utilizzando al contempo le politiche finanziarie per garantire la stabilità finanziaria. Questa è la linea d'azione giusta finché le pressioni finanziarie rimarranno limitate. Se le cose dovessero cambiare, i responsabili delle politiche si troverebbero di fronte a un compito ancora più complicato, con difficili compromessi tra gli obiettivi di inflazione e di stabilità finanziaria e l'uso dei rispettivi strumenti. Ecco perché devono essere più vigili e più agili che mai".
Sul fronte fiscale, ha osservato Georgieva, "ulteriori sforzi per ridurre i disavanzi di bilancio sono fondamentali per sostenere la lotta contro l'inflazione e creare spazio fiscale per affrontare le crisi future. Ma questi sforzi devono essere accompagnati da sostegno ai più vulnerabili, soprattutto a coloro che stanno ancora lottando contro la crisi del costo della vita. Si tratta quindi di una scalata difficile: affrontare l'inflazione, proteggere la stabilità finanziaria e salvaguardare la coesione sociale".