martedì 7 gennaio 2020
Record nella scuola: sei su dieci hanno più di 50 anni. In Francia tre su dieci
Dipendenti pubblici sempre più anziani

ANSA

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In Italia i lavoratori statali sono sempre più avanti con l’età. A partire da quelli che operano nei nostri istituti scolastici: ben il 58% dei docenti italiani, tra elementari e superiori, ha più di 50 anni, contro una media Ocse del 34%. Gli ultimi dati internazionali confermano questo andamento: il nostro e l’unico Paese europeo dove in tutti cicli scolastici l’età media degli insegnanti supera il mezzo secolo. Marcello Pacifico (Anief): «Siamo di fronte sempre più a una vera emergenza da affrontare: occorre innanzitutto sganciare la scuola dalle altre professioni, prevedendo anticipi pensionistici importanti; bisogna poi il rivedere il sistema di reclutamento evitando d’ora in poi di far invecchiare insegnanti nello stato di precarietà; come è necessario stabilizzare da subito tutti coloro che hanno svolto oltre 36 mesi di servizio, come indicato dalla direttiva 70/99 dell’Ue».

Da un dossier pubblicato da Linkiesta, risulta che «mediamente l’età dei dipendenti pubblici è molto maggiore di quella di chi lavora altrove». Nell’ambito europeo, «un chiarissimo esempio viene dal segmento della scuola, quello più popoloso nell’ambito pubblico: siamo il Paese con gli insegnanti più vecchi in assoluto, sia alle elementari che alle superiori. L’unico in cui, per entrambi i casi, oltre metà dei docenti ha più di 50 anni». Dallo studio transnazionale risulta che vi sono Paesi del Vecchio Continente, come la Francia, dove gli over 50 sono appena il 30% dei docenti delle superiori e appena sopra al 20% alla primaria. Sempre nel territorio transalpino, è tutto dire che quasi il 45% dei maestri della scuola primaria a meno di 35 anni. È altrettanto emblematico che mentre in Italia i docenti delle elementari che hanno fino a 29 anni si contano sulla punta delle dita, mentre sempre in Francia raggiungono il 12% del corpo insegnante.

Il presidente nazionale di Anief, torna a ricordare che «negli altri Paesi, a iniziare dalla Francia, i docenti vengono mandati in pensione attorno ai 60 anni di età o con meno di 30 anni di contributi e senza particolari decurtazioni sull’assegno di quiescenza. In Italia invece quella dell’insegnante, pur risultando tra le professioni più stressanti e gravose, ad alto rischio burnout, come ravvisato di recente anche dall’Oms, figura nell’Ape Social solo per educatori dei nidi e maestri della scuola dell’infanzia. Senza dimenticare il fatto che i nostri docenti arrivano quasi sempre alla stabilizzazione già stremati. Perché devono svolgere in altissima percentuale una gavetta lunga, fatta di concorsi-lumaca e di precariato senza fine». Proprio per la scuola, Anief ha di recente presentato un emendamento alla legge di Bilancio 2020, sulla base dei risultati degli Studi sullo stress da lavoro correlato e burnout, in Italia condotti da Vittorio Lodolo D’Oria, chiedendo di allargare a tutto il personale docente, che in Italia è il più vecchio al mondo, l’attuale finestra di pensione anticipata.


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