Il coronavirus sta modificando anche le abitudini e i comportamenti d'acquisto degli italiani, sia nelle zone più colpite che, più in generale, su tutto il territorio nazionale. Per questo Segugio.it, leader della comparazione nel comparto in Italia, ha condotto un'analisi relativa alla settimana da lunedì 24 febbraio a domenica 1 marzo confrontando i preventivi di assicurazione auto e moto effettuati sul portale con quelli della stessa settimana del 2019. Ne è emerso che a livello nazionale, si registra una crescita a doppia cifra dei preventivi online: in particolare quella che fino a ieri è stata la “zona rossa” mostrava una crescita del 25,1%, addirittura superiore alla stessa media nazionale.
"L'incremento dei volumi di preventivi - commenta Emanuele Anzaghi, vicepresidente di Segugio.it - che registriamo sul sito è un diretto riflesso dei vincoli alla socialità che il contenimento del coronavirus impone. La possibilità di confrontare e acquistare online
la polizza di assicurazione, che è di fatto un prodotto dematerializzato, rassicura i consumatori e li spinge ad utilizzare maggiormente internet al posto dei canali fisici, trend che è ancora più evidente nelle aree più colpite dal virus".
Meno rassicurante lo scenario per il mercato dell'auto che sta invece subendo importanti contraccolpi legati alla diffusione del
virus: in febbraio si è registrato un calo delle immatricolazioni in Italia dell'8,8%, e l'effetto del virus non era ancora piovuto sul mercato. Calo che si è inasprito negli ultimi giorni del mese, parallelamente all'entrata in vigore delle misure di contenimento del contagio. Le aspettative per le prossime settimane sono di un'ulteriore forte contrazione: l'inchiesta congiunturale del Centro Studi Promoter evidenzia che a fine febbraio il 79% dei concessionari auto ha registrato un calo di affluenze nei saloni e il 75% un basso livello di ordini. Il contesto internazionale delinea un quadro ancora più preoccupante: nella prima metà di febbraio il calo delle immatricolazioni in Cina (primo mercato al mondo) è stato del 92%, e la manifattura cinese di componentistica auto è sostanzialmente paralizzata, mettendo a rischio la filiera produttiva a livello globale.