Cosa ne sanno gli italiani della direttiva europea sulle case green sull'efficienza energetica? E quanto sono disposti ad adeguarvisi in tempi brevi? Non molto, almeno stando a una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, sulle città italiane in materia di sostenibilità ambientale. Di fatto, oltre metà degli italiani, il 52%, non conosce nemmeno la classe energetica della propria abitazione, quella dalla quale partire per eventuali lavori di adeguamento alla direttiva, che dopo il primo via libera del Parlamento Europeo è passata alla fase dei negoziati. Solo l’8% degli italiani si è detto disposto ad effettuare subito opere di efficientamento energetico rispondenti all’attuale testo Ue, che prevede che gli immobili residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033.
Negli ultimi 3 anni, un italiano su cinque (21%) ha fatto lavori di efficientamento energetico e il ricorso ai bonus è stato molto diffuso (8 su 10). Tra chi ha effettuato ristrutturazioni o lavori, quasi l’80% è ricorso a bonus e agevolazioni, in particolare alla detrazione fiscale del 50% (34% tra chi ha fatto lavori). Seguono un 28% che ha fruito dell’Ecobonus al 65% e un 27% del Superbonus al 110%.
Nei prossimi 12 mesi, a causa delle minori agevolazioni rispetto al passato, il 23% degli italiani non effettuerà lavori di efficientamento energetico. I cittadini di Firenze (48%) e Bari (43%) risultano quelli maggiormente intenzionati a procedere con le ristrutturazioni, anche con minori agevolazioni. L’economista Leonardo Becchetti, in un editoriale su Avvenire, ha proposto di chiedere alle istituzioni europee «di utilizzare una parte dei soldi del Pnrr non spesi, e non spendibili in altri ambiti, su questa partita, colmando in questo modo un limite della direttiva europea». Secondo gli operatori del settore, la direttiva avrà un grande impatto sul mercato. «La domanda si sta già orientando verso case più efficienti, che possano garantire da subito un risparmio nell’economia familiare e assicurare una rivalutazione nel tempo, considerando che gli edifici non conformi non potranno essere né venduti né affittati – sottolinea Dario Castiglia, ceo e fondatore di RE/MAX Italia –. È un fatto assodato che la crisi energetica, che già da alcuni mesi si sta ripercuotendo sulle famiglie con importanti aumenti in bolletta che incidono sul costo della vita, stia contribuendo ad alimentare la consapevolezza del valore economico di un immobile a basso consumo». Investire in una ristrutturazione che migliori la classe energetica di un’abitazione potrebbe dunque rivelarsi, a conti fatti, un investimento da prendere in considerazione.