Quello di quest’anno è il tema più in linea con il magistero di papa Francesco. Cambiare per restare fedeli a Dio e all’uomo. Certo, è semplice cambiare se si è in crisi mentre lo è molto meno allorquando «tutto funziona bene e siamo tentati di adagiarci sui risultati raggiunti»: l’ha ammesso lo stesso pontefice nel videomessaggio con cui si è aperto ieri sera il Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, che si concluderà domenica al Cattolica Center di Verona. Il filo rosso di quest’edizione - 'Fedeltà è cambiamento' - interpreta fortemente questa voglia di sparigliare, tant’è che il Papa ha esortato subito i partecipanti ad «allargare il nostro servizio, rendere partecipi altri dei nostri progetti, dilatare gli spazi della creatività», con l’obiettivo di «accogliere la sfida del cambiamento proprio per rimanere fedeli a Dio e all’uomo». L’importante è non fermarsi al 'è sempre stato fatto così'. Questi concetti sono stati sviluppati in serata dal Cardinal Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e presidente di Caritas Internationalis, accolto da monsignor Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, e da Federico Sboarina, sindaco della città. Il tema, come ha spiegato monsignor Adriano Vincenzi, coordinatore del Festival, si declina quest’anno in una maggiore attenzione ai risvolti internazionali della Dottrina sociale, a partire dall’Africa, che sarà al centro di due importanti conferenze. Numerosi contributi verranno anche da Polonia, Inghilterra, Svizzera, Germania, Croazia e Slovenia, con l’intento di mettere in circolo le buone pratiche e condividere le iniziative sperimentate nei paesi d’origine.
Quest’attenzione è stata apprezzata dal presidente della Repubblica, il quale ha inviato un messaggio in cui incoraggia i partecipanti a misurarsi con tali sfide, perché «viviamo un tempo di cambiamenti profondi, e non dobbiamo averne timore, quanto, piuttosto, impegnarci per guidarli, restando, appunto sempre fedeli ai valori costituzionali. L’impegno personale e di gruppo deve puntare alla condivisione, aspirando a una società inclusiva e a uno sviluppo più attento alla persona» scrive Mattarella. Il Papa ha invitato ad essere tutti come Abramo, che «per essere fedele dovette cambiare, partire». Perché «quando si risponde a Dio si attiva sempre un processo» e «non si occupano gli spazi, si avviano processi». Fedeltà all’uomo, ha detto papa Francesco, «significa uscire da sè per incontrare la persona concreta, il suo volto, il suo bisogno di tenerezza e di misericordia, per farla uscire dall’anonimato dalle periferie dell’esistenza; significa aprire gli occhi e il cuore ai poveri, agli ammalati, a coloro che non hanno lavoro, ai tanti feriti dell’indifferenza e di un’economia che scarta e uccide, aprirsi ai profughi in fuga dalla violenza e dalla guerra; significa vincere la forza centripeta dei propri interessi, e fare spazio alla passione per l’altro, respingere la tentazione della disperazione e tenere viva la fiamma della speranza». In questo modo, la fedeltà a Dio e la fedeltà all’uomo «convergono in un movimento dinamico che prende la forma del cambiamento di noi stessi e del cambiamento della realtà, superando immobilismi e convenienze, creando spazi e lavoro per i giovani e per il loro futuro».