Borsa - Ansa
Per Milano e le altre Borse europee è stata ancora una giornata ad alta tensione che si è chiusa con cali diffusi. Non è andata meglio dall’altra parte dell’oceano con una seduta catastrofica per Wall Street. Gli interventi messi in campo dai governi insomma per il momento non convincono i mercati. Particolare attesa per i dettagli del maxi-piano Usa messo a punto dal presidente Donald Trump per arginare la crisi sanitaria e gli effetti sull’economia americana.In Europa Milano è comunque quella che ha sofferto di meno: ha chiuso i battenti con un ribasso dell’1,27 per cento che di questi tempi può considerarsi un risultato quasi positivo. Parigi ha perso il 5,8%, Francoforte il 5,6% e Londra il 3,7%. La volatilità è stata ancora una volta la vera protagonista, soprattutto a Piazza Affari, che ha più volte cambiato la direzione di marcia. Il Ftse Mib alla fine ha chiuso in lieve calo, andando meglio delle altre Borse, complice il fatto che Consob da ieri e per i prossimi tre mesi ha vietato le vendite allo scoperto su tutti i titoli. Lo spread, che in mattinata era salito al massimo di 330 punti, livello che non toccava da sette anni, ha chiuso invece a 250 punti, in ribasso quasi del 10% rispetto ai valori di martedì. A mandare sulle montagne russe il differenziale tra Btp e Bund a dieci anni sono state le indiscrezioni su un possibile intervento del fondo salvastati, oltre che le ipotesi di ulteriori misure in arrivo da Francoforte. La Bce proprio ieri è scesa in campo acquistando titoli di stato del nostro Paese attraverso la Banca d’Italia. Acquisti che proseguiranno «per assicurare condizioni ordinate sul mercato» come hanno fatto trapelare da via Nazionale.La giornata è stata caratterizzata anche da uno scontro interno alla Bce. Con una nota ufficiale ieri la banca centrale ha chiarito di avere ancora armi da giocare per sostenere i mercati, sottolineando di «non aver ancora utlizzato tutti gli strumenti di politica monetaria» al suo arco. Una presa di distanza netta nei confronti del governatore della banca centrale austriaca, Robert Holzmann, uno dei falchi del Consiglio direttivo, secondo il quale la politica monetaria europea ha ormai toccato il fondo e non riuscirà più ad arginare la crisi. La Bce ha assicurato che «in aggiunta alle decisioni assunte lo scorso 12 marzo» è «pronta a adeguare tutte le sue misure». La tedesca Isabel Schnabel ha sottolineato che «la Bce è pronta a fare tutto il possibile per contrastare le turbolenze dei mercati che interrompono l’azione della politica monetaria». Tornando sulle misure prese la settimana scorsa Schnabel ha spiegato che «non tutti gli attori del mercato hanno compreso immediatamente tutti i componenti del programma. L’aumento degli acquisti di obbligazioni, in particolare, contribuirà a contrastare le dinamiche sui mercati obbligazionari».